giovedì 10 marzo 2005

gomme per cancellare


Ricordavo molto bene quella cartoleria; il titolare, un omino grigio e magro, indossava un camice nero, dalle cui tasche spuntavano pennelli e matite colorate.


Mi chiedeva sempre, quando entravo nel suo negozio, con le monete da cento lire che appesantivano le tasche, “cosa desidera? Articoli per la scrittura o per le belle arti?”.


Mi prendevo qualche secondo per rispondere, lasciando scorrere lo sguardo sugli scaffali pieni di oggetti del desiderio.


Io restavo affascinato dalle scatole di metallo contenenti pastelli e colori ad olio in centinaia di sfumature diverse, e l’odore della carta e della gomma avevano per me una valenza magica.


Compravo alcuni quaderni, restavo nel dubbio di cosa potessero mai essere gli articoli per le belle arti, dal momento che non avevo mai avuto il coraggio di chiedere cosa fossero.


Poi dovetti trasferirmi in un’altra città, per gli studi universitari, e ci restai in quanto trovai subito lavoro in una ditta; con lo stipendio da magazziniere  mi pagavo l’affitto e i libri e qualche scampagnata con le ragazze conosciute in ateneo.


Non ebbi più bisogno di entrare in una cartoleria, l’azienda per cui lavoravo si riforniva presso un grossista che consegnava sempre le stesse quantità di bloc-notes, penne bic, matite con la gomma in cima.


Per molti anni non tornai nella mia città natale, mi ero laureato e avevo fatto un po’ di carriera in ditta, avevo provato  a crearmi una famiglia ma stavo meglio da solo, nel frattempo i miei genitori si erano trasferiti nella città adottiva, e non avevo altri parenti da andare a trovare.


Lo scorso anno, era d’estate, mio padre mi chiese di andare a sbrigare per lui le pratiche di vendita del vecchio appartamento, così tornai per qualche giorno nel quartiere dove ero nato, e dove ero cresciuto.


Il negozio di cartoleria era sempre lì, a due isolati da casa: dei negozi vicini però la lavanderia era diventata un bar e dove c’era l’officina in cui si riparavano le macchine da scrivere Olivetti era stato aperto un fast-food.


Mi domandai se quel negozietto appartenesse ancora al vecchietto grigio con le matite nelle tasche del camice; mi risposi che era impossibile, erano passati quasi vent’anni, comunque parcheggiai la macchina proprio di fronte ed entrai.


L’odore era lo stesso, di gomma e di carta, l’ambiente però era più illuminato, e sugli scaffali erano esposti quaderni e portapenne nei rutilanti colori degli eroi dei cartoni animati.


Sulla parete in fondo, la stessa tenda di velluto pesante verde, dietro la quale si celavano gli armadi in cui il vecchio cartolaio conservava le scatole di metallo con i colori ad olio ed i pastelli made in germany, la merce più costosa, da allontanare dalle mani curiose dei monelli.


Mi immersi nel flashback, a rivedere le facce e gli oggetti di quel tempo, distante, ma fui richiamato al presente da una voce.


Era una donna, presumibilmente la nuova esercente del negozio.


“posso aiutarla?” mi chiese, sorridente.


Istintivamente le risposi: “lei è la figlia del vecchio titolare?”


“no, sono la nipote” rispose, sempre sorridendo “lo zio non era sposato. Dopo la sua morte è stato deciso che mi occupassi io del negozio”.


Mi sembrava che volesse dirmi ancora qualcosa, ed io, invece di chiederle una cartuccia per la penna stilografica che si stava scaricando, le rivolsi uno sguardo interrogativo.


“sono diplomata all’istituto d’arte, i miei genitori volevano che il negozio restasse aperto, nel retro c’è una stanza che ho attrezzato ad atelier; quando non ci sono clienti passo il tempo a dipingere”.


Indicai la tenda di pesante velluto verde “lì suo zio teneva le scatole di colori più belle, le matite costose, la merce più pregiata che non voleva far toccare agli scolari”.


La donna sorrise ancora “ci sono ancora delle scatole dell’epoca, vuole vederle?”.


Annuii, e così ci spostammo verso la stanza sul retro.


Tra gli scaffali di legno un ripiano era riservato a quei materiali d’altri tempi.


Curiosai un po’, toccando e spostando qualche confezione, e liberando un bel po’ di ricordi.


Trovai una scatolina di cartone giallo, legata con dello spago sottile, con la scritta “gomme per cancellare la t.”


La presi, chiedendomi cosa mai potesse voler dire quella scritta.


La ragazza prese lo scatolino dalle mie mani dicendomi “ se vuole gliene posso vendere alcune, sono gomme per cancellare che risalgono a molti anni fa, non si usano più…”


Lei sollevò il coperchio, a me sembrò che una luce dorata uscisse dalla scatola ad illuminarle il volto, pensai  che si era trattato di un riflesso.


Poi prese un paio di gomme per cancellare, erano azzurre con la riga bianca, senza alcuna marca stampigliata sopra e me le porse.


Acquistai altri articoli, senza averne realmente bisogno, solo per avere il piacere di sceglierli, misi il pacchetto in tasca , pagai e mi avviai verso l’uscita.


Salutai con una stretta di mano ed uscii.


Ritornato a casa, dopo avere sbrigato la pratica con il notaio, raccontai della cartoleria ai miei genitori, indicando loro il pacchetto.


Passarono alcuni giorni, e rividi il pacchetto della cartoleria sulla scrivania: mi ritornò immediatamente alla memoria il volto della donna che aveva preso le gomme da cancellare; aprii la confezione, presi una gomma e la passai sul foglio su cui avevo schizzato a matita il nuovo organigramma dell’ufficio acquisti.


Cancellai un paio di scarabocchi, e mi sentii subito preso da un rinnovato ottimismo.


Non feci subito caso a questo effetto collaterale, che però si ripeteva ogni qual volta strofinavo la gomma azzurra su di un foglio.


Sorrisi, ripensando alla ragazza che mi aveva venduto quelle gomme azzurre , prese da una scatola con su scritto “ gomme per cancellare la t.”


Misi la gomma tra indice e pollice, guardandola in controluce, e sussurrai “gomma per cancellare la tristezza”.

2 commenti:

anonimo ha detto...

Azzarola Medicin: complimenti! Hai tratteggiato in modo superbo uno spaccato di vita semplice. La migliore. E hai chiuso come meglio non si poteva fare. :-) Buona giornata. Trespolo.

matilde61 ha detto...

bello! ciao antonio, ricordo il tuo link, a presto e buon fine settimana