venerdì 30 settembre 2005

nuovo palinsesto


Nuovo palinsesto di canale verità

 




 



Ore 6,30 Honda verde: in giro per tangenziali e autostrade a caccia di cantieri non segnalati, bivacchi di prostitute e i più divertenti incidenti stradali mortali.


Ore 7,00 Telegiornale: conduce in studio Pinocchio


Ore 8,00 Cocaina di mattina: telecamera nascosta nei bagni degli uffici a caccia della pista migliore.


Ore 8,30 tv dei ragazzi -    il piccolo chimico del terrore


-         esercizi di sabotaggio scolastico


-         scegli la tua vittima, prove strategiche di bullismo


-         top ten spacciatori


-         asta online di microtrasmittenti per copiare al meglio

 



ore 9,30  telefilm: il commissario Sex. Il pornocane impegnato a fare ciò che fa meglio, indagini in doggy style.

 



Ore 10,30  telefilm: l’ispettore Dick, un superdotato a caccia di grandi casini .


Ore 11,00   grande piazza dei Mercati: il vostro insider trader preferito vi guida nella jungla del mercato borsistico, segnalandovi le migliori pessime azioni, i più puzzolenti titoli spazzatura, come perdere i propri risparmi e quelli dei parenti nel minor tempo possibile, in studio Calisto Tanzi.


Ore 12,00  la prova del boia: in collegamento satellitare con le città sedi di forche, ghigliottine, sedie elettriche e plotoni di esecuzione, le più divertenti esecuzioni capitali raccontate in diretta da Alessandro Baricco, Susanna Tamaro e Simona Ventura, tra il pubblico in studio roulette russa e il simpatico concorso trova la siringa avvelenata.


Ore 13,00 telegiornale veterinario: conduce in studio Emilio Fido.


Ore 14,00  teleshopping: belle pistole, stupefacenti stupefacenti, lavatrici per coscienze sporche.


Ore 14,30  facciamoci i cazzi vostri: telecamere nelle case degli italiani, cazzi e scazzi raccontati da Maria de Filippi, con la troupe dei ballerini castrati.


Ore 16,30 Art Attack: come rubare al Louvre, come devastare le fontane di Roma, come far cadere la torre di Pisa in dieci semplici mosse, trova la facciata rinfrescata da graffitare.


Ore 17,30 disastri aerei sul mare di Sicilia, trasmissione di viaggi estremi e divertimento assicurato, sponsorizzato dalla dalla Sai.


Ore 18,15  sport, oggi lancio del feto nel cassonetto, corse clandestine di cavalli drogati al raccordo anulare, caccia e pesca di frodo nelle più belle riserve naturali nazionali e internazionali.


Ore 19,00 reality showw: venga a prendere un caffè da noi: Giuliano Ferrara prepara un irresistibile caffè per i suoi ospiti in studio: scommetti in diretta chi berrà quello col topicida.


Ore 20,00  telegiornale della Sara: conduce   Sara.


Ore 21,00  chi gliel’ha visto? Galleria fotografica con interviste ai possessori dei falli più originali del mondo, con misurazioni e prestazioni a concorso, lo presenta Merolone.


Ore 22,00 scienza e coscienza: la Piovra 43, calamaro fritto, seppie alla livornese.


Ore 23,00  torta a torta: tira la tua in faccia a Bruno Vespa e ai suoi simpatici ospiti involontari.


Ore 24,00  i programmi della notte, canali tematici, sonniferi e incubi a cura di Marzullo, selezione di porno vintage a cura di Cicciolina, documentari anatomici del dott. Mengele a cura di Bruno e Angela.



 



Buona visione!



 


mercoledì 28 settembre 2005

binladen e i blues brothers


Puntualmente è arrivata la rivendicazione; gli uragani che hanno causato morte e distruzione a New Orleans, definita nel comunicato “città del peccato”, sono stati inviati da Allah su precise istruzioni della dirigenza di Al Qaeda.


Probabilmente il giorno che atterreranno i marziani in America, che tutto succede lì, di solito, l’ineffabile sceicco Bin Laden sosterrà che sono venuti in missione per conto di dio. Pensandoci bene, questa l’aveva già detta John Belushi.


 

lunedì 26 settembre 2005

abecedario contemporaneo


A come aerei (che precipitano); quest’estate un bell’assortimento di disastri aerei, la cui causa era una sola, l’approssimazione e il tentativo di risparmiare (per poi lucrare) anche dove non si può assolutamente risparmiare, come nel caso dell’indicatore di livello carburante della fiat 127 montato sull’atr caduto ad agosto vicino l’aeroporto di Palermo.


B come Berlusconi, poveretto, lo faranno santo: lui non solo l’ha fatto per noi, ma tiene a precisare che fa un grosso grosso grosso sacrificio a continuare. Certo, chi glielo fa fare? Le leggi ad personam se le è fatte tutte, adesso che deve pensare all’Italia non ha più voglia, che ci pensino i comunisti a finire di distruggerla, nei prossimi cinque anni. Senza dimenticare bush, blair e  bin laden…vuoi vedere che la lettera del male è proprio la b?


C come cocaina, la panacea di tutti i mali interiori. Sei timido? Una bella sniffata e sarai più espansivo di un telepredicatore. Sei depresso? Una bella sniffata e ti sentirai un semidio. Vuoi trasgredire? Tira una pista bianca e berrai come una scimmia, scoperai come un pornodivo, farai tutto quello che la tua coscienza repressa normalmente ti impedisce. Dove si trova? Ma  a casa degli amici, che ovviamente ti regalano la start-dose.


D come deontologia professionale, ah non va più di moda e non me ne ero accorto?


E come elezioni, grande giro di consultazioni in tutta europa; tutti vincono e nessuno perde, tranne poi andare a vedere che il numero dei votanti scende sempre di più: a quando le votazioni telefoniche come per i concorsi televisivi?


F come farmaci generici: purtroppo, e lo sanno tutti, non tutte le ciambelle riescono col buco, per cui non basta l’equivalenza farmacologia per ottenere lo stesso effetto farmacologico. Senza trascurare l’effetto placebo…eh quella pillola arancione sì che funzionava, ora che è bianca non funziona più!


G come guerra. Tranquilli, non mancherà mai di arricchire i telegiornali: è insita nella natura dell’uomo, da quando ha smesso di combattere per il controllo dell’harem e del territorio di caccia. O forse non ha mai smesso di farlo.


H come hurricane, sempre più devastanti grazie al fatto che qualcuno ha prima inventato il protocollo di Kyoto sul controllo dell’effetto serra, e poi, adducendo come scusa che lo sviluppo economico se ne fotte di un grado di temperatura del pianeta in più, si è rifiutato di osservarlo: gli uragani basso, caro Bush.


I come Immobiliaristi, personcine tanto per bene che hanno un sacco di soldi e non sanno che farsene, e per ingannare il tempo tentano di condizionare l’economia nazionale, ma avendo il vezzo di straparlare al cellulare finisce che inguaiano l’imperatore della Banca d’Italia, che essendo eletto per volere divino cesserà il suo mandato solo quando scenderà all’inferno, posto assicurato nonostante l’assidua frequentazione di parrocchie e sacrestie.


L come Lampedusa, la meta turistica più gettonata dai viaggiatori del nordafrica. O no?


M come mamma assassina; la donna è sovraccaricata di responsabilità, oltre che dover essere una impeccabile manager sul lavoro, una specialista in economia domestica a casa, una collega di Moana a letto, deve anche produrre figli perfetti, seriali e bellissimi, che contribuiranno ad arricchire dentisti, produttori di alta moda pediatrica, spacciatori di servizi aggiuntivi per l’infanzia.


Che poi qualcuna di loro, schiacciata da tutte queste incombenze, smarrisca il lume della ragione, mi pare normale; ma nella pubblicità le mamme sono tutte sexy, efficienti e sorridenti, vietato diversificarsi .


N come nascere che è facile dove è difficile vivere, mentre è difficilissimo dove vivere è facile.Cambiamo le regole del gioco? Nel senso di abolire il difficile.


O come ottimismo, che spinge i consumi e aiuta tutti a spendere, senza pensarci troppo; ma come si fa ad essere ottimisti quando il ministro dell’economia è di nuovo quel dispettoso di Giulietto, quello che se l’avessi avuto come compagno di classe avrei chiesto di cambiare corso…


P come pantaloni a vita bassa: oppure completamente abbassati per mostrare le mutande. Non è una forma di contestazione, solo l’esempio di come sa essere di pessimo gusto il popolo italiano, che all’estero questa usanza bizzarra è già scomparsa.


Q come quadrare i conti. Non ci riesce più nessuno, neanche io, tantochè ho deciso che i miei conti devono circolare, non quadrare.

 




R come Ratzinger, uno che, ammetto, non mi piace poi tanto. Quello che soprattutto mi ha convinto di meno è stata la sua elezione lampo. Altro che lungo conclave, i cardinali hanno molto da fare, meglio sbrigare velocemente queste pratiche terrene.


S come stronzi, di cane generalmente; I municipi, invece di tendere agguati con gli autovelox su vialoni dove non è peccato andare a 70 invece che a 50, potrebbero incassare molto di più sguizagliando mute di vigili urbani per multare tutti quei cittadini che abbandonano distrattamente le feci del loro fido sul marciapiedi. E spenderebbero molto meno in campagne di bonifica ad hoc.


T come telefonino; ormai il loro numero ha superato quello degli abitanti, ne vengono immessi sul mercato sempre più sofisticati e complicati. I produttori fanno bene attenzione a non renderli veramente utili: ci vorrebbe veramente poco a integrarli con i sistemi di archiviazione dati e musica, invece di aggiungere funzionalità video per le quali ci vuole una perversa fantasia.


U come università. Ma ho sbagliato lettera, doveva andare alla n di nepotismo, alla r di raccomandati, alla i di inefficienza, alla p di parcheggio post-diploma…


V come speranza di Vita: per le donne italiane, campionesse d’Europa, ha raggiunto i 90 anni. Menomale che i mariti crepano prima


W come Woityla: morto un papa se ne fa un altro, e viene fuori che quello vecchio era troppo tradizionalista, troppo retrogrado, troppo arroccato su posizioni dogmatiche. A dirlo sono gli stessi, ne sono certo, che pronunceranno gli stessi argomenti al prossimo cambio della guardia in Vaticano.


X come xenofobia: i cultori dell’argomento vanno sempre più aumentando, anche se c’è da dire gli islamici non è che facciano molto per smentirli.


Y come yeti ; finora è l’unico che è riuscito a conservare

la privacy. Infatti non usa telefonino, non va al bar per l’aperitivo e dove gira lui è sempre da solo, e credo che se la passi meglio.


Z come zero: tasso zero, interessi zero, pensieri zero: matematici giri di parole per convincere i cittadini ad indebitarsi sempre di più, in modo da restare per sempre, eredi compresi, ostaggio di banche e finanziarie.



 




 



 

venerdì 23 settembre 2005

lo gnomo e la gnoma



Lo gnomo e la gnoma sono marito e moglie; si amano, se odiarsi a morte vuol dire amarsi.
Sono entrambi più brutti della Morte, bruttissima per chi ne ha paura ed anche per chi non ne ha.
Lo Gnomo non è alto ma neanche esattamente basso; è un cumulo di rotondità, rotondi gli occhi porcini, perfettamente circolari e frontali le nere narici, rotonde le orecchie da topo troppo cresciuto, sferica la pancia prominente. Potrebbe mettersi a ruzzolare se preso a calci lungo un pendio, così come potrebbe frantumarvi tutte le ossa con il suo sguardo malefico.
La Gnoma assomiglia in pieno alla ramazza dello scopino municipale; è alta ed ossuta, tale e quale il manico della scopa, ed i capelli di rame intrecciato latrano la loro sporcizia ai quattro venti; appoggiata a testa sotto i suoi capelli non si ammaccherebbero minimamente, anzi graffierebbero irreparabilmente qualunque superfice con cui dovessero malauguratamente venire a contatto.
Perciò non vi venga mai in mente di pettinare la Gnoma: potrebbe strapparvi le budella dagli occhi ed impiastricciarsele nella sua immonda criniera, come uno sconcio toupet.
Lo Gnomo e la Gnoma camminano sempre insieme, ma credo che in realtà sia l’orizzonte ad allontanarsi da loro, e l’asfalto diventa subito rovente dove poggiano le loro lunghe scarpe, nere come la solitudine del becchino.
Lo Gnomo da piccolo, ammesso che sia mai stato piccolo, impiccava i cani ed i gatti, perché lo sfuggivano come l’acqua sfugge il deserto, picchiava selvaggiamente gli altri bambini, perchè non aveva fratelli; in realtà è difficile credere che sia stato partorito da un qualsiasi essere umano, inquantocchè qualsiasi madre sarebbe morta istantaneamente per la vergogna di aver messo al mondo tale repellente creatura, e qualsiasi bambino avrebbe preferito restare chiuso al buio in compagnia di tutti i fantasmi piuttosto che ammettere che lo Gnomo era suo fratello.
Quando nacque la Gnoma, sembra che fosse di Giugno, caddero tutte le foglie dagli alberi, ed i rocchetti di cotone della intera regione si avvilupparono indistricabilmente; la terra aveva vergogna di aver generato la Gnoma, dai capelli di rame intrecciato.
Anche l’aria sembra ritrarsi quando passano lo Gnomo e la Gnoma, ed istantaneamente dopo il loro passaggio si scatenano turbini di vento, perchè il cielo vuole lavare ogni traccia del loro ferale passaggio, e grandina a mucchi.
Infatti sembra che siano seminatori di morte: sembra anche che la tengano nascosta dentro piccoli zaini, e che ogni tanto si fermino in mezzo alle più belle campagne e traggano fuori da quegli orribili contenitori alcuni semi, mescolando insieme quelli della morte, della discordia, dell’odio, della miseria.
Non mangiano nulla, lo Gnomo e la Gnoma hanno la capacità di risucchiare lo spirito degli esseri viventi e di saziarsene solo quando le lacrime delle popolazioni colpite fanno tracimare i laghi e straripare i fiumi della regione; digeriscono il loro pasto stando impiedi, vicino ad un qualsiasi bosco, e qualche raro testimone oculare li ha visti crescere fino a sfiorare le nuvole, e subito dopo rimpicciolirsi alla misura delle formiche.
Ma anche ridotti alla dimensione delle pulci sono in grado di arrestare un treno merci e ridurlo in piccoli frammenti triturati.
Non si sa da dove vengono, nè dove vanno, nè ciò che faranno, perchè non hanno parlato mai con nessuno, e quindi la gente non sa se siano in grado di parlare l’idioma dei comuni mortali.
Lo Gnomo e la Gnoma sono nel mio cassetto, delicatamente avvolti in un panno di velluto rosso, e quando sono stanco di troppa felicità ed ubriaco di troppa dolcezza li scateno sulla faccia della terra a compiere stragi che siano capaci di rattristarmi un po': non c’è proprio nulla di male, mi annoio a dismisura, qui in Paradiso.


martedì 20 settembre 2005

Prima Serata






Tentato omicidio, ferita da armi da fuoco, incidente stradale, annegamento, tossicodipendenza, spaccio di droga, disturbi della personalità, alcoolismo, morte in culla, cremazione, separazione, fuga dalle responsabilità, omosessualità, prostituzione minorile, ferite di guerra, propaganda filorepubblicana, paura del domani, eutanasia, sangue, sangue, sangue…non è l’ultimo film di Tarantino,  è ricominciato E.R.. medici in prima serata…

sabato 17 settembre 2005

blog acronimi

succede che mentre sono imbozzolato nella passat , lanciato lungo le desertiche autostrade siciliane, e il telefono sta buono, mi entrano alcune parole in loop, e succede che provo a snocciolarne gli acronimi: stavolta ho provato ad associare  a qualche persona vera o finta un acronimo collegato. La parola di oggi è BLOG.


mandatemi anche i vostri, o ditemi quale preferite.


imperatore Fazio: Bancario Ladro Ora Galera.


Harry Potter: Bollisco Lucertole Oppure Gechi?


un vivisezionista: Beagle Legati Orribilmente Gemono.


a Barcelona: Beviamo Litri Orxata Gelata.


un libraio: Bel Libro Origami Giapponesi.


oculista toscano: Bischero Leva Occhiali, Guarda!


regista porno: Bella Lecca Organo Genitale


la mamma: Bruno Lavati Ogni Giorno.


regista porno2 : Bagascia Lurida Ora Grattami!


idraulico: Brutto Liquido Ottura Gabinetti.


farmacista: Blando Lassativo, Ottanta Gocce


Ciampi...: Berlusconi, Latitante, Ora Governa!

martedì 13 settembre 2005

telegiornale delle venti


C’era una volta una ragazza di trent’anni, che in una notte buia scomparve; dopo tre anni una medium dall’aspetto di extraterrestre la fece ritrovare, nel bel mezzo di un lago: chi ha portato la dahiatsu a cento metri dalla riva del lago? Forse le ondine scherzose, come nelle favole.


C’era una volta una bambina di due anni, che bevve un succo di frutta a base di candeggina, finì in ospedale e dopo due giorni ci tornò, perché aveva mangiato un formaggino all’aroma di candeggina; va bene che i mostri avvelenatori colpiscono alla cieca, in questo caso cercherei i colpevoli a casa, magari un troll maligno si aggira la notte con la siringa piena di ipoclorito di sodio  a casa di questa sfigata bambina, che dormirà con la luce accesa da ora in poi, come nelle favole


C’erano una volta due zii, che abitavano con un affettuoso nipote, il quale giocava lietamente con seghe e cesoie, e finì che smontò gli zii come un pupazzo di Lego, ma poi gli scocciava rimontarli e decise di disfarsi del giocattolo rotto mettendone i pezzi in alcuni sacchi di plastica nera,   spargendoli lungo le Alpi come fa nella favola Pollicino quando semina le pietrine bianche per tornare a casa.


C’era una volta un pianeta dove i bambini venivano messi in gabbia, e chiusi a chiave senza il conforto di una mamma; c’era una città di questo pianeta dove si trovarono undici di questi bambini.


E non era il pianeta delle scimmie.


C’era una volta il giocoso rito delle elezioni, ma siccome il nano crudele che governava la contea di berlusconia non voleva perdere le elezioni provò con un colpo di magia a cambiare le regole, e forse gli riesce, come nelle favole brutte.


C’erano una volta undici stranieri ladroni, senza nessun alì babà, che entrarono in casa di un meridionale che non voleva essere derubato, e uno lo ammazzò; i dieci rimasti ammazzarono il meridionale e scapparono, ma la polizzia li afferrò presto presto, come nelle favole.


E c’erano altri undici stranieri, che stranamente decisero di fare un tuffo dalla nave anche se non sapevano nuotare, e che eccentricamente annegarono, anche se in fondo fu un incidente, e ci fu un sindaco del paese sul mare che decise che il cimitero avrebbe avuto una zona islamica per quegli undici che non sapevano nuotare, e questa mi pare quasi umana, come favola.


C’era una volta un cantante ricco e famoso, che una notte fece un concerto per centosessantamila persone; anzi per centocinquantanovemilanovecentonovantanove, che uno di quelli che doveva andare al concerto andò invece a casa del cantante ricco e famoso, e gliela ripulì. Ma siccome il cantante era ricco e famoso, il giorno dopo la polizzia trovò le cose che gli avevano rubato, come nelle favole.


E ce ne fu un altro, di cantante ricco e famoso, che siccome non gli bastava avere invaso le case e le automobili e gli stadi della sua musica, decise che avrebbe fatto, aiutato da un famoso scrittore di gialli che muove così carismaticamente le mani, un film di cinque ore, un immenso videoclip, alla faccia della modestia, come quei cavalieri spacconi che la fanno più lontana dell’altro cavaliere, come nelle favole


C’era una volta una partita di pallone, in un paese lontano lontano, e siccome la polizzia cattiva sparava sugli spettatori uno dei calciatori andò a dire ai poliziotti ma che sparate alla gente, e per tutto ringraziamento gli spararono nella pancia, quei poliziotti degni eredi dei tempi del dittatore Pinocchiet.


C’era una volta il videoregistratore, un apparecchio che faceva i capricci spargendo per casa boccoli di nastro magnetico, registrava i film a metà e perdeva la programmazione proprio quella sera che c’era quel concerto imperdibile e voi dovevate andare dalla nonna malata a reggerle la flebo. Poi degli spiritelli buoni inventarono Divo, che non solo registrava seguendo le istruzioni provenienti da internet, ma che era talmente furbo che eliminava la pubblicità e le interruzioni inutili. Come nelle favole.


Però i pubblicitari cattivi si incazzarono ed incendiarono la fabbrica del Divo.


Tranne l’ultima storiella, quella dell’incendio, era tutto nel telegiornale delle venti.


E poi dicono che i telegiornali sono noiosi.


 

venerdì 9 settembre 2005

I giorni dell'abbandono


Ho letto in questi giorni che il film "i giorni dell'abbandono" presentato a venezia è stato sommerso da tsunami di fischi.


mi pare normale, il libro era orrido, e qui di seguito   ripropongo la recensione che ne feci, da un libro brutto verrà fuori un film brutto...


In ogni caso, si accettano contributi da aspiranti kamikaze che vorranno vederlo, il film.


Elena Ferrante: i giorni dell'abbandono.


La storia prevede una prima parte, ordinatamente banale, di moglie-accessorio in una casa permeata dal marito assente, che per propria tranquillità e per marcare il territorio la ingravida due volte e le affida pure un proprio clone canino, che le ricordi di occuparsi comunque del coniuge anche quando non c’è.


L’azione e la successiva reazione si svolgono in una città nominata, tragicamente ordinaria, impermeabile agli aneliti vitali dei propri abitanti.


L’equilibrio si rompe quando lui, impasticcato dei propri stessi ormoni, imbizzarriti dal contatto con una lolita domestica, le comunica l’abbandono.


Inizia a questo punto una specie di fuga nello spazio pneumatico, in cui Olga, la stordita protagonista, si perde dilatando e smaterializzando sensazioni e percezioni.


Compaiono ectoplasmi evocati dalla memoria disarticolata, fantasmi che emergono dal presente, deformazioni spazio-temporali degne di un tuffo in una vasca piena di acidi lisergici.


Dovrebbe agire Olga, perché tutti i segnali dell’emergenza sono attivati, ma il suo istinto materno è obnubilato dal senso di vendetta nei confronti dell’uomo, e così la casa, le abitudini, la sopravvivenza stessa dei figli risultano essere ridotte allo stesso livello delle cartacce e dell’asfalto liquefatto della città deserta sopraffatta dalla canicola estiva.


Durante questa fase tossica lei si inventa una situazione erotica con un appassito vicino di casa che rasenta lo stesso squallore dei filmetti porno fatti in casa.


Arriva, anche se al ralenty, il momento in cui Olga deve scuotersi, ma la sua mente vacilla tra la condizione allucinatoria in cui è precipitata dopo il mancato coito con l’inquilino e la percezione dei segnali di pericolo, ma come in un film del terrore, le porte non si aprono, il telefono non funziona e fare baccano non servirà a niente perché tanto nessuno può sentire.


Il condominio è deserto, abbandonato ( ricordate “shining?).


Lei non si rende conto che qualcosa ancora la lega alla vita precedente, ma pone rimedio trascinando ad un involontario patibolo chimico il cane: lei ancora non lo percepisce, ma l’evento la libera dal clone del marito, liberandola anche dal senso di vuoto, dal rancore dell’abbandono, dallo scintillio pauroso dei fili strappati dal quadro elettrico dell’amore.


A questo punto la bolla allucinata scoppia, provocando un semiordinato e biecamente quieto ritorno di Olga ad attività compatibili con la vita di madre, di donna, di puntino umano sulla crosta terrestre.


L’epilogo è in perfetta sintonia con le aspettative del lettore, in quanto Olga ritorna ad un ruolo semiparassitico colonizzando la corteccia dell’inquilino musicista.


Gli aggettivi sono quasi tutti al loro posto, la rappresentazione dell’asincronia mente-cose è efficace, la lettura procede senza rimorsi e senza intoppi, qualche dubbio si stacca dal fondo di questa piscina melmosa se proviamo, come spesso fa il lettore, a confrontarci con la vita descritta di questa donna traslucida.


Ma è questione di un momento: i rumori del mondo ci fanno dimenticare anche dei nostri personali tormenti.

giovedì 8 settembre 2005

Senza titolo 4

io lo sapevo che per fare un tavolo ci vuole un fiore.


me lo aveva insegnato lui; magari ci ritroveremo in quella casa troppo


carina  senza soffitto e senza cucina.


mercoledì 7 settembre 2005

fantascienza


ho trovato un papiro di un antenato che scriveva che nel 2005 gli aerei sarebbero precipitati perchè l'indicatore di benzina guasto era stato sostituito con quello della Ritmo, che i bambini si buttavano nei cassonetti, che l'imperatore della banca d'Italia non si sarebbe dimesso prima di essere decapitato, che a new orleans i cadaveri non si raccolgono dalle strade allagate perchè non si sa di chi sia il compito, che un collega infame di george washington aveva mandato a fare la guerra ai fantasmi iracheni la protezione civile, che il ramo d'azienda su cui ero stato fatto appollaiare 4 anni fa con lusinghe e regalie è stato tagliato e incollato ad un altro albero...beh questo mio avo forse aveva esagerato con la fantascienza.

domenica 4 settembre 2005

mondiale


Ho comprato a Barcellona un paio di pantaloni colorati fabbricati in Nepal.


Me li ha venduti un commerciante marocchino, che li ha presi da uno scatolone che era partito dall'India, e li ho pagati 10 euro.


I pantaloni adesso sono in Italia: commercio mondiale.