martedì 29 settembre 2009

la merica e lo psicoshop





brooklyn bridge bn

































(foto di medicineman)



Dunque, lo psicoshop. Che secondo me ci hanno studiato insieme psichiatri, psicologi del comportamento giovanile, esperti di qualcosa e grandi figli di b*.

I miei pargoli mi avevano avvisato "sulla quinta c'è stò posto, ci dobbiamo andare per forza".

Vabbè, mi sono detto, ci andremo.

Arrivati nei pressi noto una fila, una lunga fila di teenager, molti accompagnati dai rispettivi portatori di portafoglio. Una cosa che mi ha colpito è stata il fatto che chi era in fila aveva già pacchetti al polso con il nome di codesto negozio, "sono recidivi" ho pensato subito.

Da fuori, non si vedeva un accidente, le vetrine sono perennemente sprangate da assi di legno che danno l'idea che stai per entrare in un baraccone. Man mano che ti avvicini senti prima la musica ; non semplice musica da discoteca bum=bum, ma un certo sound sofisticato, a volume sostenuto, però si capiva che lì dentro non ci saremmo assordati.

La seconda cosa che ho notato, anzi che ho percepito, è stata il profumo. Dall'ingresso del negozio promanavano ettolitri di
fragranza della casa, per cui già la testa cominciava a girare un pò.

Dunque siamo arrivati nei pressi della soglia, siamo entrati e la terza cosa che ho notato è stata che tutti ti salutavano come se ti conoscessero da tempo, molti ti toccavano anche, le braccia, il torace, le spalle.

"cominciamo bene" ho pensato, ed ho notato una quarta cosa; tra il personale del negozio non c'erano adulti, erano tutti più o meno teenager, i ragazzi boni con la camicia aperta sui pettorali, le ragazze miaumiau che sbattevano le ciglia come se avessero il parkinson alle palpebre. La quinta cosa che ho notato è stata che alle casse, dove si pagava, e ce n'era una ogni piano, non sostava nessuno; se però ti avvicinavi con della merce in braccio, anelante di strisciare voluttuosamente la carta di credito per concretizzare l'acquisto della ambita merce, subito spuntava un bel giovane o una bella giovane che sorridendo amabilmente ti conducevano per mano verso la dannazione del conto corrente. La sesta cosa che ho notato è che dentro era tutto un gioco di luci e penombre, poche luci per la verità, per cui se ti andavi a provare qualcosa nei camerini, non avresti capito come ti stava. Non è vero, non è che non avresti capito, perchè appena uscivi dal camerino con la t-shirt indosso subito si avvicinavano un paio di angioletti o angiolette che ti dicevano ma quanto sei carino ma come ti sta bene ma come sei fico. Ovviamente in nuiorchese, ma si capiva benissimo. La settima cosa che ho notato è che nonostante ovunque a niuiorc ci fossero sconti, là non ti scontavano proprio nulla. Dovevi essere felice di pagare il prezzo pieno. E poi tutti a sorridere, e a sfiorarti, una specie di microeden dello sciopping.

Alla fine ho comprato una t-shirt blu con una testa di pellerossa disegnata pure io, e la ottava cosa che ho capito è che mi sta proprio a pennello.



(lo psicoshop è quello dell'ultima foto del post precedente, non lo nomino per non fare pubblicità, che tanto non gli serve).

*i grandi figli di b ovviamente si capisce benissimo chi sono.

mercoledì 23 settembre 2009

la merica III (e forse smetto)

Non nel senso che smetto col blog. Non ora, magari dopo, forse quando il contatore arriverà al numero centomila.



Allora, lo stupore. Tirato, giustamente, in ballo, da qualcuno nei commenti. Evvabbè, lo stupore, la curiosità, il divertimento, menomale, che ancora mi stupisco.



strani animali a ny















































(foto di medicineman)



Strani animali a NYC, buttando un occhio dentro ad un giardinetto privato.







skyscraperin the mirror















































(foto di medicineman)



Che anche se guardi altrove, i grattacieli ti saltano sempre negli occhi, e nell'obbiettivo.







pesci fuordacqua a ny









































(foto di medicineman)



Un posto dove, anche a volerci provare, sarà difficile sentirsi pesce fuor d'acqua.







circolo dei fantini



































(foto di medicineman)



E se cerchi il circolo dei fantini, basta guardare poco sopra il giardino.







dispenser



















































(foto di medicineman)

Hai una grande sete? Niente di meglio di un grande distributore di bevande. Del resto sono tutti belli grandi e grossi, oppure belle magre e scattanti, oppure bianchi, nere, gialli e centoottanta lingue e dialetti diversi. M'è venuta sete.






tasce a central park















































(foto di medicineman)



A Central Park, si può andare a fare jogging vestiti da carnevale anche se non è carnevale, con dei bellissimi calzoncini color tovaglia da tavola, che li ho cercati ma non li ho trovati!







gatto a mollafuori i biscotticanoa urbana 2































































(foto di medicineman)



Uno scoiattolo ladro, un gatto gigante a molla, una canoa a spasso al centro della città, basta guardarsi in giro per vederli.







gonzo!italian cafe

































(foto di medicineman)



Gonzo? un dollaro per la foto, dai scendi dal bus che ce la facciamo, un caffè italiano modello lambretta, solo un dollaro e venticinque.







pirata a bostondrunk in boston

























(foto di medicineman)



Un pirata a spasso, e non era un fantasma, un homeless coreograficamente addormentato, come se fosse stato messo lì dall'agenzia del turismo. Basta guardarsi in giro.







psico shop















































(foto di medicineman)



questo è uno psicoshop, ma ve lo racconto alla prossima.







(segue)

mercoledì 16 settembre 2009

la merica parte II

autobotte di cambridge


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


(foto di medicineman)


Opere d’arte ambulanti.


I camion dei pompieri, enormi, lunghi e tirati a lustro, con delle grandi bandiere attaccate in coda, erano onnipresenti, dovunque siamo andati. Gli interventi delle ambulanze venivano accompagnati da questi incrociatori di terra rossi, che fendevano il traffico rumorosamente. Queste autobotti sono meglio di quelle di latta a frizione (i fortunati le avevano telecomandate a batteria) con la scritta fire dept con cui tutti abbiamo giocato da piccoli.


pranzo a  greenwich













(foto di medicineman)


11 sett a greenwich village 3













(foto di medicineman)


Come andiamo al Greenwich Village? Abbiamo chiesto ad un passante. E lui ha detto che avremmo capito di essere lì non appena si arrivava in un quartiere dove le strade non avevano la struttura classica di New York, tutta di rette parallele, ma che formavano un reticolo confuso, disordinato. Vi accompagno, ha detto lui, tanto sono due passi e vado anch'io da quella parte. E'successo spesso, che le persone si fermassero a chiederci se avevamo bisogno, vedendoci con una cartina in mano. Al Greenwich Village, ad un certo punto su di una recinzione abbiamo visto una collezione di piastrelle decorate. Come ex-voto. Solo che avvicinandoci  è venuto fuori che si trattava di dipinti e decorazioni fatte da amici e parenti di gente morta l’undici settembre di otto anni fa.  Il tema principale è la pace, e la coesione del popolo americano, molte sembrano fatte da bambini, o da gente che non ha dimestichezza con la pittura, ma vederle lì, fa un certo effetto. A me ha fatto molto più di un certo effetto. Alla trattoria irlandese, sottopiatti letterari, tutti diversi, ma pensa un pò, proprio a me.


(II-segue)


giovedì 10 settembre 2009

la merica, il gatto dai d.a.s., l'estate bella (parte 1)

il gatto a sciabola


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


(foto di medicineman)


L’estate è cominciata il 24 luglio, con la nostra partenza per gli stati uniti, il nostro primo viaggio in direzione della merica, dove nessuno di noi era stato prima d’allora. Avevamo tanti timori e tante aspettative, possiamo dire che la maggior parte dei timori è stata dissipata, e che le aspettative sono state realizzate appieno. Però prima parliamo del gatto nella foto.



Dal cofano della zafira nera usciva uno strano rumore. “giuliana, hai i gatti nel cofano?”. Eppure, aprendolo, nel cofano si vedevano due minuscoli occhietti azzurri. “ tu chi sei?” ho chiesto agli occhietti azzurri. Tutti quelli intorno al cofano hanno infilato la mano per tirare fuori quella pallina di pelo nero, ma lui non era tanto d’accordo, si è dimenato come una biscia, ha graffiato e soffiato come una tigre, infine è riuscito a scappare a rotta di collo nella campagna, perdendosi chissà dove.


Però la notte successiva, il vigliacco è venuto a piagnucolare sotto le finestre di casa; sono uscito un paio di volte per prenderlo, ma non appena sentiva che ero fuori a cercarlo, smetteva di piangere.


L’indomani mattina lo abbiamo chiamato, facendo il verso della mamma gatta, e lui rispondeva, perso chissà dove nella fitta macchia mediterranea. Al pomeriggio si è organizzata una vera e propria battuta di caccia. Alla fina l’abbiamo individuato, nascosto sotto un cespuglio di rovi. Uno ha fatto da battitore, l’altro si è appostatp dall’altro lato del cespuglio, sperando che uscisse proprio di lì. Ho fatto tanto di quel casino che alla fine è stato costretto ad uscire, proprio dal lato in cui c’era Fabrizio ad aspettarlo. L’ha achiappato, e di nuovo la palla di pelo nero ha tirato fuori il suo armamentario da tigre per tentare di fuggire, ma ha finito la sua sceneggiata dentro una scatola di cartone; una siringa piena di latte prima, e dei croccantini junior poi lo hanno covninto che poteva essere una solizione valida, quella di restare con noi per farsi svezzare. Guardandolo bene, qualcosa di tigresco gli è rimasto; i denti di sopra non collimano perfettamente con la mascella inferiore, cosicchè sembra proprio un...gatto dai denti a sciabola!



la merica




il primo sterotipo che voglio demolire è quello relativo al fatto che i viasggi in auto attraverso gli stati uniti rischiassero di trasformarsi spesso in orrende odissee tipo "un tranquillo weekend di paura”. nessun inseguimento da parte di autobotti assassine, nè pattuglie di poliziotti zombie dalla pistola facile. il tragittto tra washington e boston, circa mille chilometri, è stato facile, non faticoso, ed è bastato seguire l'onda del traffico per arrivare a destinazione.


highway

















(foto di medicineman)


Precisazione: l'auto che ho noleggiato aveva in dotazione il navigatore satellitare, altrimenti non saremmo arrivati da nessuna parte: le indicazioni stradali sono in effetti accurate per quel che riguarda i numeri di autostrade ed interstatali , ma non danno alcun supporto nel caso si conosca la destinazione ma non la strada per arrivarci. Dicevo che basta seguire l'onda del traffico, per cui anche se il limite di velocità era quasi ovunque compreso tra 50 e 60 miglia all'ora, che corrispondono ai nostri 80-100 kmh, le altre auto sulle strade a quattro corsie andavano tra le 6 e le 75, così mi sono adeguato, anche per evitare di essere di ostacolo.


Gli autogrill sono di due tipi, quelli dove c'è starbucks, mcdonald ed altri ristoranti di questo tipo e quelli in cui invece ci sono ristpranti di catene più economiche, in cui il livello di servizio e qualità dei cibi e delle bevande servite è veramente pietoso.


refugium peccatorum















(foto di medicineman)



Che bello fare mille chilometri con trentaciqnue dollari di benzina...ecco perchè molti americani preferiscono l’auto all’aereo per i viaggi interni. Tutto chiaro.


Poi, una sera che la magia ci aveva avvolti del tutto, su una piccola isola collegata alla terra con un ponte, in una villa dove aveva soggiornato persino greta garbo, un bicchiere rotto ha lacerato il polpastrello di uno dei miei figli.


Corsa in ospedale, ricovero al pronto soccorso, cinque punti di sutura. Dopo un mese è arrivato il conto, 2448 dollari. Avete letto bene, 500 dollari a punto. Si capisce perchè le lobbies non vogliono che la sanità diventi pubblica, perchè altrimenti questa fonte di ricchezza verrebbe dirottata dalle ricche tasche dei privati.


Ho stipulato-per eccesso di prudenza-una polizza assicurativa sanitaria prima di partire. Ora mi accorgo di aver fatto bene. Ne sarò sicuro quando arriverà il rimborso.


Faccio un paragone con la vita in italia: mangiare è più facile e costa meno, vestirsi costa meno (le lacoste in saldo a 28 euro...), viaggiare in auto costa meno. Sanità e case costano di più, le case in muratura al centro delle città, ovviamente, che quelle in legno sono in svendita.


Com’è per ora l’america? Con le infradito ed i piedi pittati, il 90% delle donne indossava infradito di plastica, di gomma, economiche. Scomparse le orrende crocs coi calzini, per fortuna. Il numero di saloon per manicure e pedicure era realmente impressionante, e con prezzi accessibili a tutti.



zoccoli tinti


 




















(foto di medicineman)



(fine parte 1)


mercoledì 9 settembre 2009

santo subito

Subito, portera' di sicuro un po' di allegria in paradiso.

(Arrivederci al rischiatutto celeste, michael bongiorno)