martedì 29 dicembre 2015

era una notte non tanto buia

E neanche troppo tempestosa. Faceva freddo, quello sicuro, mentre mi dirigevo, in una città aliena, verso un luogo chiamato (me ne sarei accorto dopo) pomposamente ma immeritatamente "multisala".
Però, siccome era almeno un anno che non andavo al cinema, non potevo stare troppo a sottilizzare, per cui sono entrato, ho comprato il biglietto, ho aspettato. Sono arrivati altri spettatori, tutti troppo giovani per avere vissuto, come me, le uscite "a suo tempo" delle prime sei puntate della saga, ci siamo guardati con lo sguardo che diceva "non ne posso fare a meno".
Poi una tizia che non vedeva l'ora di chiudere bottega e scapparsene a casa ha aperto le porte, recuperato gli occhiali 3D e distribuito a chi stava per entrare dei visori presi da un altro cesto: secondo me erano quelli dello spettacolo precendente, ma inutile fare troppo gli schizzinosi.
Senza neanche la solita pubblicità il film è iniziato: ultimo spettacolo, ho inforcato gli occhialoni 3D ed il viaggio è cominciato. 
Se, come me, avete amato la fantascienza, la fantasy, i film d'azione, gli inseguimenti, le astronavi guidate come go-kart, mondi lontanissimi raggiunti in pochi secondi di pellicola, gli eroi immortali, se avete conosciuto il lato oscuro della Forza, se vi appassionano i duelli psicologici e quelli a colpi di spade laser, avete scelto il film giusto.
(Star Wars 7)

martedì 23 giugno 2015

Laura non c'è, è andata via.

Che non ci fosse più e da tempo, lo sapevamo, indipendentemente dai lai di nek ( che poi come fa uno a scegliere di chiamarsi come una stampante, se lo sa lui).
Musa ispiratrice di polluzioni notturne e fornicazioni diurne per la maggior parte dei maschi in età pubere dal 1974 in poi, ape regina impollinata oniricamente o a mano stretta dagli stessi maschi senza disfunzioni erettili, Laura Antonelli, oh divina.
Carriera parabolica, sinuosa come le sue forme mature, impersonante una forma di sensualità impareggiabile, forse inesistente, sicuramente irraggiungibile e per questo più desiderabile. Addio, bella signora delle malizie senza malizia, la vita terrena ti ha dato tanto ma ti ha tolto di più, addio.

martedì 9 giugno 2015

cosa avrà voluto dire

Ho parcheggiato dietro al teatro, come al solito. Mi sono passati sulla testa due gabbiani, e poco dopo una figura vestita di scuro ha lanciato dal balcone due mazzi di carte da poker con la scritta "cielo" sul dorso.
Le due carte che mi sono arrivate più vicine sono state un Re di cuori ed un tre di cuori.
Cos'avrà voluto dire?

lunedì 8 giugno 2015

Trovare casa ammilano

Ad un certo punto, una famiglia (la mia)si sposta ammilano (dove fa cchiucavuru ri paliemmu, ma già lo avevo dichiarato), e cerca un appartamento per il figlio che verrà presto fagocitato dall'oscuro ingranaggio casa-lavoro-casa.'Finora ha vissuto in un comodo,residence, vicino all'università, ma è periferico. Allora cominciamo.
 Appartamento zero, senza agenzia, quello sceglieremo alla fine. Un quartiere senza fronzoli e senza brindoli, ma una casa che ha tutto, da condividere in tre persone.
 Appartamenti proposti dall'agenzia immobiliare: topaia numero uno, e senza offesa per i topi, abitata da un subumano che dichiara "oggi è in ordine"; puzza di essere umano sporco, tabacco e spazzatura, nonostante il condominio borghese, sei anni che non fanno pulizie, porte rotte, niente maniglie e rubinetti spaccati. Ecco perché non si lavano, penso io. La signorina dell'agenzia si capisce che è imbarazzata, ma ci dice "la padrona di casa è un tipo sui generis, ha sempre affittato così". Grazie arrivederci, trovate altri topi da alloggiare li, senza offesa per i topi.
Appartamento due: condominio dignitoso, zona residenziale, casa devastata, il proprietario è un burbero novantaduenne per il quale va bene così. Siccome mi dispiacerebbe cantargliene quattro e vedermelo crepare davanti, evitiamo di incontrarlo, troverà sicuramente gente più disponibile di noi.
Appartamento tre: la casa è grande, stanno ristrutturando perché ci sono ancora le porte, i bagni, i pavimenti, la carta da parati degli anni sessanta. Tutto scassato "tra quindici giorni sarà pronta" dice vergognandosi di se stesso l'agente immobiliare. Chiavistelli e allarmi in ogni stanza "il proprietario è un tipo paranoico" aggiunge il volenteroso agente. Grazie, arrivederci paranoid android, sceglieremo l'appartamento zero.
Sull'aereo, tornando a casa, la sensazione morbida e melanconica che per lui, il figlio milanese, è finito il tempo dell'infanzia, e che il suo ingresso nella vita è avvenuto, per ora con una casa condivisa.

venerdì 29 maggio 2015

Cose che non si dimenticano.

Ero ufficiale di complemento lontano, molto lontano da casa. Ero a casa in licenza e dovetti rimettermi in viaggio per rientrare in caserma.  Quando l'aereo atterro' a Ronchi dei Legionari, il pensiero andò a Bruxelles. Non ero tifoso ma seguivo il calcio, anche se trent'anni fa non ne passava poi tanto in TV. La serata era fresca per essere la fine di maggio, mi avviai verso il parcheggio dei bus e salii su quello per Udine. L'autista aveva spento le luci interne, mentre salivo gli chiesi il risultato dell'Heysel. Pensavo che la partita fosse finita da un pezzo. Invece. Era un friulano, uomo di poche parole, mi fece cenno di ascoltare la radio e disse a bassa voce "c'è stata una tragedia". Non capii subito, mi sedetti e subito dopo la voce del radiocronista, mi pare che fosse Bruno Pizzul, riassunse i fatti, insistendo sull'assurdita' di quanto stava accadendo. Poi un arbitro vittima della situazione fischio'un rigore e Platini lo mise dentro. Nel bus non esulto'nessuno, nel silenzio irreale col sottofondo del motore che girava piano, pensai che il calcio aveva perso l'innocenza.

martedì 26 maggio 2015

Non ha importanza

lei lo guarda fisso negli occhi, lui-si capisce perfettamente-vorrebbe scappare.
Catturo questo brandello di conversazione: ci si potrebbe scrivere un romanzo.
"Lo so che sei sposato, e che hai tre figli. Ma io ti amo, e questo non mi interessa"..."Tu mi ami?"
Mi sono avvicinato canticchiando "extraterrestre portami via...", lui mi ha guardato con sguardo rassegnato. Lei lo ama, e non lo lascerà in pace, indipendentemente dalla sua risposta.

sabato 2 maggio 2015

primo mezzo maggio.

Primo mezzo maggio, solo quello del concerto di Piazza San Giovanni.  Perché quello dei sindacati ha utilizzato un format gracchiante, critico distruttivo con tutto e con tutti. Perché quello di Milano (a proposito,  chi autorizza i cortei degli Unni non potrebbe fare in modo che arrivino a Quarto Oggiaro, dove se sgarrano gli rompono le corna e gli infilano le bombolette spray nel didietro spingendole su con le mazze).  Forse però ci sono troppi figli di papà e mama'in questi cortei, e li mandano tanto sono certi che non si faranno male. Eppoi c'è stato il concerto: me lo sono seguito con molle rilassamento,  fino al momento in cui la camillarazznoche' ha annunciato la Premiata Forneria Marconi: progressive rock con i controcazzi, altro che. E quando è partito il caos orgiastico di Celebration, ho perso all'improvviso quarant'anni. Poi, con i telegiornali della notte, li ho ritrovati tutti.

martedì 14 aprile 2015

Martha di Memphis

Che forse, che forse tutti lo sapete, tutti, che vivo in un bed and breakfast a Palermo. Nel senso che la casa e'sopra al B&B, e che quando la capitana (cioè mia moglie) non può essere presente, mi occupo io delle cose impreviste, che per quelle previste ci pensa il personale.
E stasera ho conosciuto Martha, da Memphis. Ma che vive a New York, ha ottant'anni e viaggia da sola. Che è nata nello stesso anno di Elvis, ma Elvis oggi sarebbe un babbione rincoglionito, a sentire Martha. E comunque l'imprevisto è stato che Martha vuole andare al Teatro Massimo a sentire la "cavialliria rousticania" , e mi ha chiesto di aiutarla a trafficare con il suo nuovissimo iPad Air per comprare una "bella posto" a teatro. Insomma la procedura era complessa, ma ci siamo riusciti, ha pagato online con la sua visa tutta dorata e vedrà l'opera. E alla fine mi ha detto che mi ringraziava con una preghiera speciale, e che lei è meglio di Elvis. Non ho dubbi.

venerdì 10 aprile 2015

Dal finestrino del treno

che era veramente da tanto che non prendevo un treno. Di solito, viaggio in automobile, oppure in aereo se devo raggiungere alcune dimenticabili mete nella pianura padana. 
Ma oggi, stante l'appuntamento col figlio ammilano, ho preso un frecciabianca. Niente a che vedere coi pellerossa, per carità, una specie di espresso degli anni settanta.
Mi sono accorto che il mondo dal finestrino di un treno e' più bello,  con tutto quel verde, i trattori, anche le fabbriche abbandonate piene di graffiti giganti. Almeno fino alle porte di Milano, che il panorama cambia e diventa ringhioso come un cane muzzicaloru.
Ma poi, uno se lo dimentica, che sceso alla stazione di Milano mi sentivo a Bombay, mi sentivo. Con i portabagagli di colore, secchi e nerissimi con una elegante divisa verde e un bel carrello, è tutta quella gente. Tutta-quella-gente!
Sul treno, una specie di manager femmina con la voce da maschio non ha smesso di parlare urlando dentro l'auricolare del suo iPhone colore champagne, e ogni telefonata che finiva tossiva, e io speravo che finalmente le schiattavano le corde vocali ma invece niente, e subito dopo un'altra telefonata.
Avevo un libro, comprato perché ce lo siamo consigliato tra fotografi ( nel senso che io ho detto "comprati il mio" e lei ha detto "anch'io ho pubblicato").
Mi ha detto che è il suo primo libro, una bella veste grafica, di quelli che non appena lo prendi in mano capisci che l'editore si è innamorato dei suoi libri, e lo ha curato come un neonato il giorno del battesimo, bella carta e pure i disegni.
Ne ho letto- tra la mascula che urlava al telefono e la sua tosse- una settantina di pagine. 
Una storia leggera, per adulti bambini, o forse per ragazze cresciute ma non troppo, e mi sono piaciute alcune espressioni, appena la risento glielo dico. 
Ora, mi ributto dentro la pancia assolata di Milano, che pare Bombay.

martedì 17 marzo 2015

Obiettivo raggiunto


La copertina c'è, con questa mia fotografia, un po' ritagliata per adattarla al formato libro.
Il titolo pure, "Todo Mundo I": seguiranno, speriamo a breve scadenza, anche todo mundo due e tre. Melius abundare quam deficere.
Questa settimana l'editore ( Toni Saetta, di Qanat) lo manda in stampa, e poi mi resterà da organizzare le presentazioni, in giro per il sud Italia.
Al nord, mi pare difficile, ci vuole un supporto particolare e costoso, non ce lo possiamo permettere.
Però chi volesse leggere il libro ugualmente, tra un paio di settimane potrà ordinarlo sul sito dell'editore. 
Questo volevo dire, e ci aggiungo un "finalmente"





giovedì 19 febbraio 2015

Chianalea di Scilla

 Chianaleaea di Scilla
Cliccando sul link qui sopra si accede ad una serie di immagini, 21 per la precisone, scattate ieri in questo piccolo borgo calabrese.
A Chianalea ci sono molti gatti, e gli abitanti del luogo cercano di difendere almeno i portoni.
Ogni casa ha il suo scivolo a mare, e su ogni scivolo c'è una barca tirata in secco.
Sembra di entrare in un romanzo di Melville o di Verga, tutto sembra fermo in un passato immobile, mentre a pochi passi c'è la grande spiaggia di Scilla con gli stabilimenti balneari e i turisti.
Vale la pena di farci una gita.

domenica 15 febbraio 2015

R.i.p. Nutella

Sa cosa penso,signor Michele Ferrero? Che senza di lei il mondo sarebbe stato un luogo più triste, con meno maldipancia e minor lavoro per i dentisti. Che la Nutella è stata una di quelle invenzioni visonarie che resteranno nella storia. Sono sicuro che ne sta già spalmando una buona cucchiaiata su una fetta di pane, a chi lassù le ha aperto le porte.

venerdì 13 febbraio 2015

C'è da preoccuparsi

È un virus. Uno di quelli subdoli, che mutano velocemente e saltano di corpo in corpo lasciando conseguenze devastanti. Quello per cui uno si e uno no scrivono e pubblicano libri.
 Ieri sono andato alla presentazione di un libro: era il primogenito. Si sono scomodati giornalisti e personaggi della società civile, tutti a ridere e parlar bene di questo libro, con la giornalista bionda dai denti bianchi che continuava a chiamare capitoli i singoli racconti di questo libretto, che appunto è una raccolta di racconti brevi. Ora, se avessi tra le mani quella incosciente che ha avuto il coraggio di firmare l'editing di questo libretto, e farsi scrivere il nome in quarta la schiaffeggerei. Perché su ogni pagina avrei da ridire, e non si può leggere napal al posto di napalm e ranning al posto di running, e altre perle del genere.
Perdipiu conosco i due soci della casa editrice, uno dei due mi ha detto "non te lo posso regalare perché c'è l'altro" ed io ho detto " ma no, lo compro, sono curioso". Dovevo fidarmi di uno dei due soci della casa editrice, che appunto non me lo voleva regalare, e lasciare perdere. Ma siccome sono curioso, me lo sono comprato. Così imparo. Peraltro non ho la confidenza necessaria con l'autrice, per dirglielo che ci sono un sacco di strafalcioni, quindi non glielo dirò. O forse si, non ho nessuna mira su di lei, al limite faccio la figura della carogna, siccome è tanto che non mi esercito, mi servirà.

lunedì 9 febbraio 2015

Se sei in pensione, stai tranquillo in campagna

Se avessi dovuto spendere i soldi necessari ad acquistare il nuovo (nuovo?) lavoro dei Pink Floyd, a quest’ora non sarei tanto sereno. Probabilmente starei pensando che mi sono stati rubati dei soldi. Probabilmente . Andiamo con ordine. Un album e’una raccolta, curata e ordinata, di brani nuovi o rimasterizzati, o cover, oppure versioni live o alternate tracks. Questo “the infinite river”, disco dal nome vanamente pomposo, invece non è un album. E’un taccuino di appunti, in cui i pinkies hanno raccolto del materiale che-a loro dire- non aveva trovato posto nei dischi precedenti. Ci credo, o provo a farlo. Parliamo delle sensazioni che evoca: la prima e’di incompletezza, si percepisce chiaramente che sono tracce a cui manca qualcosa, nella maggior parte dei casi la voce, o parte di orchestrazione, e si sente. Altra sensazione e’quella di ascoltare un fantasma partorito da rifiuti del lavoro fatto su “ wish you were here”, uno dei lavori più belli dei PF, a mio avviso, un disco visionario, rivoluzionario, sperimentale, completo, bellissimo. Ma, nel 2014, i suoni che sono contenuti in “the infinite river” non possono essere definiti innovativi, non sono pop, sono suoni e atmosfere che si trovano in qualunque compilation tipo café del mar. Un disco di suoni chillout o lounge, ma senza personalità, senza beat, senza anima. Per cui vi sconsiglio di acquistarlo; ascoltarlo, per curiosità scientifica, si. E detto questo torno a battermi il petto insistendo sul fatto che sono e resto innamorato delle sonorità e delle atmosfere dei Pink Floyd, e che considero questa raccolta di appunti solo una bieca operazione commerciale organizzata dalla casa discografica per tirar su qualche palata di euro, tradendo la fiducia e le aspettative dei fruitori delle opere floydiane. Ci voleva altro, ci voleva un disco impattante come il già citato wish you were here oppure il sognante the dark side of the moon: nessuno penso si aspettasse qualcosa di epico e storicamente impattante come The Wall, ma questo The infinite river e’ proprio una delusione. E se sei in pensione e stai pensando ad altro, come collezionare costose auto d’epoca, non andare a solleticare i fans, non è onesto.

venerdì 6 febbraio 2015

Nero e meticcio

Ci sto pensando da alcuni giorni, per spiegarmi il clamore mediatico suscitato dalla prematura scomparsa di Pino Daniele, fatto che sembra avere colpito gli affetti della maggioranza del popolo italiano che ascolta musica, e non solo. Premetto che non sono un esperto di napoletanita’e che anzi, sull’argomento, ho avuto spesso confronti accesi con i miei amici e colleghi partenopei, e che non temo di essere contraddetto, anzi come sempre sono aperto a qualsiasi dibattito e contestazione. Secondo me, prima di ogni cosa, Pino Daniele ha saputo essere, anzi si è affermato come rappresentante dell’identita’ musicale napoletana moderna. Come Bruno Lauzi ( Genova per noi), Francesco Guccini (Bologna), Roberto Vecchioni ( Luci a San Siro) come pochi, anzi pochissimi altri artisti. Napule e’. Il manifesto della musica napoletana, trasversale alla Napoli popolare ed a quella della borghesia veteroborbonica, contraria all’immagine di guappo e sgarro propalata dai neomelodici ed emuli di Mario Merola, più raffinato e fruibile di tutti gli altri cantori di Vesuvio e golfo di Napoli, capoclasse di quella pattuglia( Teresa De Sio, Toni Esposito, Tullio De Piscopo, Napoli Centrale, 99 Posse, Alan Sorrenti, Saint Just, Nuova Compagnia di Canto Popolare, Edoardo Bennato e mi scuso con quelli che ho dimenticato) che negli anni settanta-ottanta ha contribuito a diffondere il sound partenopeo anche tra i più schizzinosi fruitori di musica pop. Pino Daniele, nella sua professionale ritrosia all’esposizione mediatica, e’opposto e contrario all’immagine chiassosa, casinista e stucchevole che fino alla fine degli anni settanta ha contraddistinto gli artisti suoi conterranei. I testi sono complessi, in cui si è fatto precursore di un linguaggio meticcio internazionale, fondendo napoletano, inglese, italiano, e trattano- secondo me- del male di vivere in maniera profonda, fortemente autoanalitica ma pur sempre “cantabile”. E quello che- sempre a mio contestabilissimo parere- lo rende per sempre diverso da tutti gli altri, e anche dalla maggior parte degli altri cantautori nazionali, e’la musica, mai fatta di sola melodia, rifuggente la schitarrata o il colpo di mandolino strappacuore. Un sound moderno, meticcio pure questo, ma nel senso più estetico del termine: jazz-fusion-pop, una strada mai percorsa da altri artisti italiani. Muore giovane chi è caro agli dei, fa dire Omero ad Achille, non ci consola ma trasforma in mito la parabola artistica di Pino Daniele.

domenica 1 febbraio 2015

Serata asincrona

Serata asincrona vuol dire che siamo usciti per andare a Teatro, che fortunatamente dista quindici minuti a piedi da casa nostra. Significa che siamo entrati ma la maschera ci ha fatto notare che eravamo ad uno spettacolo non compreso nel nostro abbonamento, che invece prevedeva una eccezione proprio per questo sabato. Siamo tornati a casa, ci siamo acciambellati sul divano e ci siamo sparati prima il dopo Fazio, con Gramellini che è più bravo da giornalista che non da scrittore. E poi due puntate di Gomorra la serie tv. Un prodotto asciutto, tagliente, iperrealistico, mi piace. E mi fa orrore allo stesso tempo.

sabato 31 gennaio 2015

Sensazione di

Sensazione di casa vuota, di quelle che entri e devi aprire le persiane per fare entrare un po' di luce. Che ci trovi le lenzuola sui mobili e sui divani, e pulviscolo atmosferico in controluce. Che oggi, a causa forse dell'influenza, ho il ricordo melanconico, e ascoltando The Wall dei Pink Floyd mi ha preso un magone micidiale. Evvabbene, proviamo a riordinare un po' le idee, e poi ricominciamo.