venerdì 8 giugno 2012

una fazza una razza, ma con distinguo

Una fazza, una razza (per non parlare della palla, notoriamente tonda e quindi pazza). Dopo la nausea da calcio italiota, così prevedibilmente truffaldino, mi sono detto: "cominciano i campionati europei, magari si vede qualche partita interessante". I ricchi padroni di casa, i polacchi dall'alto pil, spadroneggiano appunto, e vanno in vantaggio tramite un biondo che pare appena scappato dalla vicina Germania, tanto pare tedesco appunto. I greci verranno strapazzati come merita la squadra di un paese morto di fame, come noi, penso io. Poi ci si mette pure quel portoghese dell'arbitro, a cui volentieri posso suggerire un mio amico oculista, gratis lo faccio visitare, che prima ammonisce e poi espelle un marcantonio greco con due cartellini gialli assolutamente inventati. I greci sono finiti, ho pensato. Previsione errata, erratissima. Infatti gli dei dell'Olimpo, che si erano appennicati, mandano Mercurio in campo, quello ispira la frombola di un ellenico che pareggia, incredibile, non ci sperava più nessuno. Poi, l'arbitro concede un rigore sacrosanto alla Grecia, il capitano (che becca un cartellino giallo a partita, è un pò nervoso raccontano i telecronisti) va sul dischetto, e a questo punto gli dei dell'Olimpo dovevano essere al quinto o sesto calice di ambrosia e si dimenticano di mandare Minerva a regolare il piede del calciatore greco. Che si mangia il rigore. A questo punto i polacchi potrebbero provare a vincere ma non ce la fanno, e i greci potrebbero provare a perdere ma si salvano, alla faccia dello spread e del debito pubblico. Finisce uno a uno: la cosa più bella della partita però è la faccia dell'allenatore brasiliano dei greci, uno che pare pensare, ad ogni castroneria che combinano i suoi ragazzi "ma chi me l'ha fatto fare a me di andare fino ad Atene quando potevo godermi una meritata pensione a Copacabana". E di una fazza una razza resta la sensazione che i greci siano più cazzuti degli italianini, che tanto hanno tutte le scuse pronte, un elenco che verrà sciorinato dopo la prima partita che sarà, come temo un cappotto: il fatto è che in estate il cappotto non serve.