mercoledì 25 marzo 2009

è primavera, fioriscono i concorsi


(da www.origamimauro.it )



I concorsi letterari, voglio dire.


Sul sito dell'editore (Ottavio Navarra) che mi ha pubblicato "chimiche interiori" e (recidivo!) "fulminati", troverete il bando completo del concorso letterario "giri di parole". Fatevi un giro, qui

domenica 22 marzo 2009

e se un giorno arrivasse la banda



 


 


 


Si parla d'Israele, si parla di arabi, si parla di uomini, donne, deserto e sentimenti. Un gruppo bandistico di Alessandria d'Egitto, splendidamente naif nella sua uniforme azzurro cielo, viene scodellato in un aeroporto in terra d'Israele. Non c'è nessuno ad attenderli, il direttore della banda è un uomo pratico, anche se di pronunzia non perfetta, chiede informazioni sui bus per raggiungere la località che li attende e ovviamente finisce in un non-luogo in mezzo al deserto, abitato da esseri  che sembrano presi da una collezione di casi quasi umani. La musica, e la semplice lingua delle emozioni aiuteranno questi musicisti prestati alla polizia egiziana a entrare in relazioni più o meno profonde con gli abitanti del posto, che li ospitano per una notte, in attesa del bus che l'indomani li porterà alla giusta destinazione. La notte. Piena di chiaroscuri, di bagliori nostalgici, di quella forte sensazione che ti fa dire "una cosa del genere è successa anche a me". La pellicola è realizzata con affetto, senza chiasso inutile, con una fotografia che si staglia contro il deserto fisico, facendo risaltare il miliardo di mondi nascosti dentro ogni uomo.Sembra che non accada nulla, invece non è così. Allora, piazzatevi davanti al vostro televisore, accendete il dvd, tiratevi sopra una copertina di pile che aiuta,  e viaggiate nel flashback emozionale. Il regista è Eran Kolirin , il film è del 2007 e si intitola La banda. A me è piaciuto ( ma sono di gusti facili).

lunedì 16 marzo 2009

Senza peluche



Si sa, esiste la sindrome da spogliatoio. Consiste in una drammatica riduzione dell'autostima quando, in palestra, ad allenamento terminato, i masculi vanno nello spogliatoio dei masculi e lì si denudano. E magari ci si guarda anche lì, proprio lì, per vedere se la propria dotazione di attrezzi è nella media. Spesso è sotto la media, ma bisogna anche considerare che col passare del tempo un pò s'atrofizza, tranne poi tornare ad essere efficace quando serve, ma questa è un'altra storia. Infatti non voglio parlare della sindrome da spogliatoio, e tuttosommato posso dire che non sono depresso, almeno non per questo motivo. Succede che mi sono accorto che i masculi, quelli giovani e ancora scalpitanti, hanno iniziato qualche anno fa un processo di depilazione progressiva. Praticamente, alcuni anni fa cominciarono con le gambe, ed io pensavo che in fondo, essendo ciclisti o triathleti, quei bravi ragazzi si depilavano le gambe per essere più aerodinamici (o idrodinamici). Poi, dopo qualche anno, i miei compagni di spogliatoio, seppure cresciuti di qualche anno ma sempre molto più giovani di me, si sono rasati il petto, le spalle e le ascelle. Vabbè, ho pensato io, evidentemente il torace villoso non va più di moda,  e le giovani compagne dei miei giovani amici hanno chiesto ai loro masculi di deforestare la parte superiore del tronco. Però l'ultima evoluzione proprio non me l'aspettavo. Una massiccia defoliazione pure lì, si lì. Insomma, in quella zona del corpo che normalmente è contenuta dentro gli slip. Che quei due l'altro giorno mi sono sembrati due bambolotti porno-ken, e gliel'ho anche detto. In effetti, siccome quei due hanno il phisique du role, ho anche pensato che fossero stati arruolati nel giro del cinema hard-core. E gliel'ho chiesto. "alle nostre compagne piace così" hanno risposto prima l'uno e poi l'altro. E pensare che mi sono fatto crescere le basette.

lunedì 9 marzo 2009

match point (il culo aiuta, una luparata risolve)


Un pidocchio arrinanzato, che campa facendo l’istruttore di tennis per ricchi londinesi annoiati ha una improvvisa botta di culo che cambierà la sua vita scarsa.

Infatti conosce un giovane ricco, figlio di un finanziere ricchissimo, tutteddue sembrano finocchi per come si sussurrano i loro interessi intorno alla letteratura e alla musica lirica, ma non lo sono. Un giorno il picciotto ricco invita il pidocchio a teatro, e nel palco di famiglia la sorella minchiona del picciotto ricco comincia a taliare il maestro, e talìa che talìa si innamora di lui. Poi si vasano e si fanno ziti. Il padre ricco decide che questo pidocchio deve trovarsi un lavoro come si deve, e quindi lo infila in una delle sue società, non per merito, ma per raccomandazione, a pedate nel culo, e ci dà stipendio, autista, potere e soldi.

Il pidocchio si fotte la testa, è chiaro. Un giorno escono insieme il pidocchio parvenu, la sua zita (la figlia del finanziere), il fratello della zita (che poi è l’altro figlio del finanziere) e la spettacolare zita di lui, una americana aspirante attrice in via di fallimento, interpretata da Scarlett Johansson, bona che fa arrizzare le carni, e anche qualcosaltro.

Si sa, u’sticchiu è duci e a minchia jetta vuci, così il pidocchio si vuole fare l’americana bona a tutti i costi. Quella in fondo è un poco buttana, e chiaramente mira a un ganzo ricco per sposarselo e sistemarsi. Prima fa la profumiera, e non gliela dà, poi un giorno di vacanza che piove in campagna si ingroppano come conigli in mezzo alle frasche bagnate.

Nel frattempo però il pidocchio si è maritato con la figlia locca del finanziere, e questa spinna per avere un picciriddo, però gli spermatozoi del pidocchio sembrano non funzionare. Ma quando mai, funzionano, e poi scopriremo come. Intanto il cognato del pidocchio lascia l’americana bona, e si marita con un’altra, e subito stampa un figlio. C’è da dire che alla suocera del pidocchio l’americana bona ci stava sullo stomaco, aveva perfettamente capito che quella era una buttanella in cerca di minchia e piccioli, e quindi stà suocera è felice che il figlio si maritò con un’altra. Intanto il pidocchio si intrippa dell’americana, e ogni momento è buono per scopare, finchè questa resta incinta: quindi i suoi spermatozoi funzionano! Dopo però resta incinta anche la moglie del pidocchio, il quale se prima pensava di fanculare moglie cognato e suocero per seguire il profumo di feromoni dell’americana bona, ci ripensa e cerca di mettere in atto manovre elusive dalla bionda americana, che ormai s’è messa in testa che il pidocchio deve lasciare la moglie moscia e ricca per andare a fare una vita da miserabile con lei.

Il pidocchio allora, che si sta cacando sotto perché non vuole fare uno scandalo e non vuole rinunziare al lavoro facile nella società del suocero, decide di risolvere la situazione a modo suo. Acchiappa una scopetta a casa del suocero, la smonta, la mette nella custodia della racchetta da tennis, va a casa della bionda americana, già che c’è ammazza una vecchia che l’aveva visto fare il cascamorto con l’americana e inscena una rapina a casa sua, e appena l’americana bona incinta esce dall’ascensore lui, senza dire né schì né passa ddà ci spara una luparata in faccia e la stende. Poi se ne va, va a teatro con la moglie come se niente fosse. Di notte ha un incubo, e vorrei vedere, dopo avere accoppato due donne.

La polizia indaga sul duplice omicidio, e tenta di incastrarlo perché la buttanella bionda aveva un diario su cui scriveva il perché e il percome si scopava al pidocchio. Ma il culo salva il pidocchio. Infatti un anello della vecchia che lui ammazza come antipasto, trafugato dal pidocchio nella messinscena della rapina non finisce nel Tamigi insieme ad altre cianfrusaglie, ma viene ritrovato in saccoccia ad un drogato rapinatore, a sua volta fatto secco da un affettuoso collega tossico. Quindi la polizia dà la colpa al drogato, e il pidocchio la fa franca.

Tutti vissero felici e contenti, tranne la vecchia e la bionda, decedute per intossicazione da piombo. Che minchia c’entra il titolo match point? Dovete vedervi il film, se non l'avete già fatto. A me è piaciuto, la Scarlett mi piace sempre, tutti gli altri sono perfetti per sembrare quello che sono, cioè londinesi ricchi e annoiati.

venerdì 6 marzo 2009

piccoli particolari e una buona frittura

isola delle femmine brutta giornata


 


 


 


 


 


 


 


 


 


(foto di medicineman)


Che per fare una buona frittura, non è necessario essere grandi cuochi. Affatto, basta conoscere la chimica. Certo è un po’ più difficile, però io la conosco. Lo so, non è sufficiente fare una bella frittura croccante, evitando di inondare la casa di fumo ed evitando i sapori di bruciato per essere stimati e rispettati, ma può essere un buon punto di partenza. Ah, l’olio non deve fumare, perché quando l’olio inizia a fumare significa che la temperatura è salita troppo, e quando la temperatura sale troppo si formano le acroleine. Che alla faccia della parolina che finisce in ine non sono per niente sostanze carine.

Chiedete al fegato, per conferma.

E che le cose non siano sempre come sembrano lo si può dedurre anche dal nome di quest’isola. Che si chiama Isola delle Femmine, ma che con le femmine non ha assolutamente niente a che vedere.

Però, se chiedete agli indigeni che abitano nel piccolo borgo marinaro che sta sulla terraferma, vi racconteranno delle storie orrende, alcune strappalacrime, altre in cui tenterete di provare ad immaginare il cinico destino cui furono destinate delle povere donne portate lì dai mammalucchi. Falso, tutto falso. Sull’isola non ha mai vissuto nessuno.


Stasera, dopo che finalmente sono riuscito a parcheggiare la macchina, mi sono accorto che comincia a fare buio più tardi; non si direbbe, proprio non si direbbe visto che il clima è ancora orrendo e fino a oggi ho incontrato pioggia mista a nevischio e temperature polari andando in giro per la Sicilia. Non si direbbe che l’inverno sta per finire, e che finalmente la luce darà nuovamente dignità al pomeriggio.

E poi, dopo aver fotografato l’isola, ho visto un aereo passare basso, diretto a Punta Raisi. Così per provare, l’ho fotografato. Lì per lì ho pensato se qualcuno su quell’aereo sapeva che a poche centinaia di metri qualcun altro lo stava guardando.

aereo e kitesurfer
















 (foto di medicineman)


 Però a casa, quando ho riversato la foto sul computer, mi sono accorto di un piccolo particolare che mi era sfuggito. Già, guardando le cose grandi, spesso le piccole sfuggono. C’è un kitesurfer, in basso a sinistra, nonostante la giornata terribile, probabilmente si è divertito un sacco.

dettaglio


























(foto di medicineman)


L’Isola delle Femmine non ha nessuna valenza metaforica, no non c’entra niente con l’8 marzo, anzi.

lunedì 2 marzo 2009

poligamia online


volevate essere poligami? cliccate sul banner sopra.


E poi non venite a raccontare che tre mogli brontolano più di una sola.