mercoledì 2 gennaio 2008

ti ricordi di me?


Antonio?

Si? Chi sei?

Ciao, ti ricordi di me?

Ehm ( comincio a soffrire di sindrome da hard disk rallentato, ma non lo voglio ammettere)

Veramente no, dimmi chi sei così evito di fare brutte figure.

Sono il 1978, e sono sicuro che ti ricordi di me.

Il 1978. Ma sei vecchio di trent’anni ormai, come pensi che possa rimettere in ordine tutto quello che ti riguarda, rianalizzare i fatti…

Ehi, ti ho solo chiesto se ti ricordi. E quei fatti te li ricorderò io. Lasciati guidare.

Vabbene, dimmi pure.

Certo: ti ricordi, fu l’anno della maturità classica, l’anno in cui B. ti disse di no, l’anno in cui perdesti completamente di vista C., l’anno in cui andasti a letto con T.

Eh, ma quante cose. Hai iniziato subito con i ricordi sgradevoli. Intanto precisiamo: B. mi disse di no, ma solo dopo che per tre anni io avevo fatto finta di non capire che lei mi voleva. Intendiamoci, secondo me non ho perso nulla, vista la fine che ha fatto B.

Non è che fai discorsi da volpe e uva?

No, caro…ma caro come? Come ti chiamo?

Chiamami settantotto, siamo in confidenza mi pare.

Ok settantotto. E’ vero che dopo che, in extremis, e da perfetto idiota, avevo fatto la dichiarazione a B.,(e lei mi disse di no, con argomentazioni da donna, però io ero un ragazzo) ma solo per evitare che si mettesse con quel sacco di patate di E., non ci ho dormito la notte. Il letto mi sembrò una graticola arroventata, e c’erano anche gli esami di maturità per il mezzo. Lo sai , settantotto che ho un credito con te, per gli esami. (a proposito di B. ed E: si sono sposati, lo sapevi? E lei, che voleva fare il medico ora è casalinga, neanche disperata, e si è orridamente invecchiata).

Io non ho nessun debito con te, dovresti rivolgerti alla fortuna, con la quale non ho nessuna relazione: quella è una buttana, va con chi le pare.

Vabbè, vabbè. Dov’eravamo? Ah, si. Per quel che riguarda B. mi pare di avere chiarito, invece è vero che non ho più nessuna notizia di C. E pensare che ero cotto. Cotto totale. Tu non sai dov’è finita?

Io sono il settantotto, non la polizia, né chi l’ha visto.

Va bene, non ti mettere con questo tono, discutiamone.

C’è poco da discutere, Antonio, C. è sparita dalla circolazione, avresti potuto chiedere ai suoi genitori, ne hai anche avuto recentemente l’occasione, ma non l’hai fatto, ecco tutto.

E’ vero, non l’ho fatto. Hai ragione tu, settantotto. Sarà che ormai sono sposato, e che non ho desiderio di rivedere C., da amico almeno.

E cosa mi racconti di T.? ci sei andato a letto, vero?

Ah, T. Che stupido che ero. Un amore epistolare, un viaggio lungo, era estate, e poi lei era così bella, ma anche così libera. Troppo libera, orfana di entrambi i genitori. E quando arrivai da lei scoprii che aveva un fidanzato: lo mise di fronte al fatto che c'ero io e se ne doveva andare. Subito  T. mi propose di dormire insieme. Già, dormire insieme. E quello feci. Mi addormentai. E non me lo perdonò. Mi comprò un lp di Peter Gabriel, appena suona here comes the flood mi si ammollano le ginocchia.

Lasciamo perdere queste storie, te la ricordi la scuola invece?

Sai, settantotto, ho spesso pensato a quel periodo, come ad un periodo in cui, nonostante quello che stava succedendo in Italia, eravamo allegri, creativi, senza il minimo senso di responsabilità. Ho pensato spesso al fatto che gli studenti, ed io ero uno studente, non prendemmo mai una posizione definita contro le brigate rosse. Anzi non prendemmo MAI posizione. Vedere il corpo di Moro nel bagagliaio della renault 4 fu un passaggio, un salto di livello, un modo atroce per farmi, per farci capire, a noi stupidi diciottenni, che la realtà era dura, molto più dura di quella che rappresentavamo nelle nostre sperimentazioni teatrali, l’autogestione a scuola, e tutto il resto.

Il film.

Il film, che coglionaggine. Pensa che l’anno scorso si sono rifatti vivi alcuni dei compagni di classe con cui l’avevo realizzato, abbiamo passato il super8 in dvd. Ora quella stupidaggine è diventata indistruttibile.

Che altro posso farti ricordare? L’inflazione al 20 per cento?

I tre papi?

Ah, si. I tre papi. Lo sai, settantotto, che  presi il treno per andare a Torino (volevo fare l’ingegnere, mi piacevano le automobili, e mio padre non mi disse di no) e studiare al Politecnico, dopo un viaggio lungo e puzzoso il locomotore si accostò ai respingenti, si fermò.

Salirono sul treno gli zii, e lo zio L. mi disse subito “c’è una buona notizia, il papa è morto”.

Settantotto, le cose non andarono come pensavo. Adesso è tutto diverso. Anch’io sono diverso, credo.

Ci sarebbero ancora molte cose da farti ricordare, ma ho da fare, devo andare a trovare gli altri, gli altri che passarono quei giorni come te.

Quelli che sono rimasti. Prima di andartene, voglio sapere se ci rivedremo, se mi farai ricordare ancora altre cose…

Beh, non so se avremo ancora l’occasione di ritrovarci, magari in un altro anno che finisce per otto.

Allora, allora arrivederci. Ma dove sei? Che anno frettoloso, già te ne sei andato. Arrivederci allora, almeno spero.

16 commenti:

amoilmare ha detto...

Se incontrassi il '78 potremmo parlare di poche cose in effetti.. avevo otto anni e ancora tanto da scoprire. Però la violenza di quei giorni me la ricordo bene, il telegiornale era un bollettino di guerra.

Anche il '98 direi che non è stato un anno particolarmente degno di nota.. e per finire con gli otto, speriamo in quest'anno che, se non altro per compensazione, sia da ricordare nel bene, molto bene.

bacio, dottore.

anonimo ha detto...

ops sono aquisgrana non loggata.

Ri-saluti:-))

anonimo ha detto...

1978- Amore: vidi le stelle! Mio padre m'ammollò uno schiaffone sulla palpebra destra dopo avermi sorpresa a baciarmi col figlio del portinaio, e fu buio interrotto da flash intermittenti.

1978- Lavoro: tra assemblee, autogestioni che si risolvevano in esibizioni di virtuosismi chitarristici, mega cortei studenteschi manovrati dai sindacati dei dioccupati e cassaintegrati che finivano in scontri con poliziotti e carabinieri che puntualmente mi traevano in salvo trascinandomi dietro i loro scudi ed io che li ringraziavo con un bacio non prima di essermi assicurata che mio padre non era nei paraggi.

1978- Salute:di piombo, ovvero di ferro ma con la tensione continua di essere colpita da un proiettile vagante ad ogni incrocio che ricordo presidiato da carabinieri in mitraglietta posti a 50 metri l'uno dall'altro ed io che ci zigzagavo attorno.

Un anno pesante vissuto con la leggerezza dei miei 16 anni.

Ciao medi:-))

Aquisgrana ha detto...

Odio non lasciare la firma...grrrr

anonimo ha detto...

Che bell'Amarcord, Antò... Ero di poco più piccola ma l'atmosfera è la stessa e...


here comes the flood a me ancora fa ammollare le ginocchia:)*******

cybbolo ha detto...

accidenti, come sono vecchio!

dal nulla spuntano ricordi sopiti che mi mordono il culo impietosamente...

questo è un post vagamente bastardone, lo sai vero?...;-))

rosarioarena ha detto...

ti ricordi di me?

non sono una tua vecchia fiamma degli anni settanta :)...nel '78 avevo solo 3 anni...

sono uno che latita dal tuo blog da tempo immemore...

ma io mi ricordo di te e di passaggio, tra il vecchio e il nuovo anno, ne approfitto per farti i miei più sinceri auguri :)

Soulboarder ha detto...

Grande stile questo post! :-))
Abbiamo fatto (quasi) le stesse cose negli stessi tempi e quelli sono stati anni mitici, ma nel senso vero non in quello discorsivo ormai in uso!
Potrei raccontarne tante ma questo non è il mio post. Però c'ero anch'io che rimbalzavo come una pallina in quell'anno! :-)))
Aloha (e milleauguri ancora per il 2008 :-)

bigtime ha detto...

Quando ho visto la copertina di PG1 mi ha preso un coccolone :-)) No dico: e Humdrum dove la mettiamo? Perchè io ce l'ho conficcata dritta dritta nel cuore.

Buon Anno, Med.

ipsediggy ha detto...

]

ipsediggy ha detto...

sissì, ritornerà a trovarti, stanne certo. magari con degli altri pezzi di te.


[io anch'io come la signorilla, però collo skateboard (fatto in casa avvitando pattini resi appositamente inutilizzabili e smontati per venir poi rimontati a dei pezzi di bancali saccheggiati) sotto ai piedi.

nell'ottantoto ne feci diciotto.

del novantotto fingevo di vivere. poi ho smesso.

chissa il duemilaotto checcazzo vorrà da me?

e da te?

RedPasion ha detto...

ma tu lo sai che stavo per scrivere un topic, molto più banale e semplice, ma assai somigliante a questo?


comunque, mi piace quando scrivi da me...

anonimo ha detto...

OT: sono anonima ma lascio mf... sì*****

e.l.e.n.a. ha detto...

che bello questo "incontro" :)


ha una dolcezza un po' melanconica di impronta gucciniana...

matilde61 ha detto...

bel post, davvero, se ti dico una cosa ti offendi? no che non ti offendi e poi loi sai come sono fatta.... p.s. stai migliorando, non che avessi bisogno di migliorare , però a me piacciono molto gli ultimi post ... insomma secondo me stai migliorando... :-) un bacio

sherazade2005 ha detto...

stavo per articolare una risposta ma l'idea di essere migliore o peggiore mi ha bloccata.


Mia madre era funzionaria a Botteghe Oscure. quella mattina passo' davanti ad una macchina parcheggiata sgimbescio. E' stupido, ma un giorno mi confessò di avere sentito un brivido.

E per me fu l'anno dell'atroce ìmistero' del dc9 precipitato a Punta Raisi. Tra i morti un giovane giornalista mio amico carissimo.

A dicembre cade la dittatura in Spagna.

Musica? i Back Sabbath.


buon fine anno passato


shera