venerdì 25 gennaio 2008

liquido, come le lacrime







Non avevo mai visto un i-phone. Non avevo mai visto un americano piangere, a pochi centimetri da me. Eppure non riuscivo a distogliere lo sguardo dallo schermo flottante su cui si muovevano le immagini dei figli e della moglie.
Antefatto:
due sere fa un uomo alto, con una chitarra e zaino ha bussato alla porta del b&b gestito dalla med-moglie. Ha chiesto informazioni su un ostello, o una camera a poco prezzo. Pioveva, parlava solo inglese e la med-moglie l’ha fatto entrare. Poi mi ha chiamato “che faccio? Può spendere solo xx euro a notte e vuole restare una settimana”. “dagli la camera, sarà la tua buona azione di gennaio” le ho risposto io. L’indomani, l’americano, dal cognome apparentemente italiano, ha raccontato che i suoi avi erano arrivati in america ai primi del 1800, e che dopo un paio di generazioni, per motivi incomprensibili, il suo cognome era stato modificato, eufonizzato, come spesso succedeva con i cognomi degli emigranti.
Fatto:
la med-moglie, presa da curiosità, nel suo inglese ruspante, ha cominciato a fare domande all’americano, forse anche per via del fatto che è appassionata di quel famigerato programma condotto su rai tre da una giornalista che le somiglia. La differenza sta nel fatto che la giornalista ha ancora un neo sul musetto, la med-moglie se lo fece togliere qualche anno fa. Si è ricordata che conosceva un medico con quel cognome, ha cercato sull’elenco telefonico altri con quello stesso cognome. Un paio abitavano proprio vicino casa. Li ha chiamati. “si sapevamo che un nostro antenato era andato in america, ma non sappiamo nulla di lui né dei suoi discendenti”, ha detto un ragazzo alla med-moglie che gli aveva telefonato. Poi questo ragazzo ha richiamato. “ci organizzi un appuntamento, che veniamo a vederlo”. E così ieri, con il supporto mio e del med-figlio, che quattro parole di inglese le mastichiamo, abbiamo organizzato al b&b questo incontro.
 La somiglianza c’è, con uno dei due anziani e con uno dei ragazzi, è l’urlo del dna, puoi metterci un oceano e quasi due secoli, ma le sequenze di basi che si ricombinano in organismi diversi non perdono la memoria. Si assomigliano, ho pensato.
 L’americano tremava, me ne sono accorto, ha fatto alcune domande, mediate dal med-figlio, che io ero troppo assorto ad osservarli. Poi uno degli anziani ha spiegato sul tavolo un foglio A3 su cui era tracciato un albero genealogico il cui capostipite era il padre di quello che era andato in america senza più dare sue notizie. Il med-figlio ha spiegato all’americano come funzionava quell’albero genealogico. E quando è arrivato al nome dell’antenato, l’americano si è messo a piangere.
Sono rimasto solo io e mia sorella in america, di tutti gli zii e le zie che portavano il nostro cognome non c’è più nessuno, e il nostro cognome sarà portato avanti in america dai miei due figli maschi.
E ha tirato fuori l’i-phone, sul cui schermo enorme la foto si muoveva in maniera liquida, come le sue lacrime. La realtà certe volte è talmente pazzesca che tentare di raccontarla ne diminuisce l’emozione. Tornando a casa, mentre quella vigliacca dell’autoradio mandava Elephant di Damien Rice ho pensato che non era stato soltanto il caso a fare bussare Richard Adoxxxx alla porta del b&b, l’altra sera, mentre pioveva.

13 commenti:

bigtime ha detto...

:"-(

RedPasion ha detto...

è sempre il Caso

che poi non è il caso...

arietta ha detto...

Che più che Chi l'ha visto? mi sembra un pò una carambata...però è sicuramente una chicca che imbratta di un bel fucsia il grigiore del vivere comune.

Ps. complimenti per la medi-moglie, sia per l'audacia, sia per le graziose sembianze.

Ma te ne succedono spesso di cotali frizzanti imprevisti?

ranafatata ha detto...

La trovo commovente, questa cosa. Se non fosse vera, se fosse un racconto inventato, forse sarebbe mieloso e privo di significato. Invece, è una piccola parentesi piena di calore e di solidarietà, valori un po' in disuso, ultimamente. Dietro le parole si intravedono belle persone (il che è alquanto consolatorio). Come è consolatorio incontrare belle persone quando te ne vai girovagando con una chitarra, uno zaino, un i-phone e qualche lacrima da sciogliere alla ricerca di non-sai-nemmeno-tu-che-cosa.

ipsediggy ha detto...

queste cose accadono solo se ci si riproduce.

mirando all'estinzione della razza, il problema della sopravvivenza del cognome eccetera non si pone.

giullie ha detto...

mi sono commossa a leggere queste righe... =°(

metallicafisica ha detto...

Incredibile sta storia, Med.


E incredibile come da una buona azione si possa ricavare un'emozione così grande.


Io ho usato l'iphone, ma solo per parlare al tel. Mentre Max lo considera una specie di simulacro divino, a me è stato utile per telefonare (PS: Non era il mio:)*****

cumino ha detto...

E' un racconto bellissimo!!! Mi sono commossa!! Siete proprio in gamba voi due coniugi. :)

amoilmare ha detto...

Nulla è casuale caro dottore, proprio nulla.. a volte basta una piccola intuizione, un gesto di umanità, per cambiare radicalmente il corso delle cose.

Bellissima storia, qualche giorno fa mi ero incuriosita ;)

cybbolo ha detto...

confesso mie ignoranze: non so cosa sia un i-phone.

epperò comincio a credere, per quel pochissimo che ho visto in tv tempi addietro, che possa davvero esistere la commozione autentica carrambesca nel ritrovare radici e carne aggiunta che non faccia più sentire soli.

almeno espressa come qui, in termini così civili e senza fronzolame per gonzi...;-))

Medicineman ha detto...

*bigtime: no woman, no cry :-)

*redpasion: il caso non fa le cose a caso...

*arietta: carambata per me ha valore negativo, di cosa organizzata all'insaputa per poi filmare l'emozione (genuina o no) dei partecipanti. Stò fatto è proprio vero. Posso assicurarti anche che persone interessanti ne abbiamo conosciute parecchie, da quando la med-moglie si occupa del b&b.

*ranafatata: hai colto, tra le nebbie :-)

*ipsediggy: hai ragione, estinguiamoci presto, così eliminiamo anche la nostalgia e i ricordi, e il dovere di moltiplicarsi

*giullie: commozione positiva spero

*metallicafisica: incredibile ma ci devi credere.

*cumino: non ci sovrastimare :-)

*amoilmare: una molecola può cambiare l'entropia di un sistema enorme, un gesto spontaneo può cambiare il destino di una vita.

*cybbolo: e nemmeno io lo sapevo, nel senso che ne avevo letto ma mi ero disinteressato, dato che per ora in europa a quanto pare non arriverà. Ma fa tanto "minority report" quando visto da vicino.

Nella descrizione del fatto, mi sono posto l'obiettivo di non farne una narrazione sdolcinata, non è il mio genere.

aglajaGE ha detto...

Non perdetelo di i-phone! :-)


(come cambia il tempo.. solo qualche anno fa vi avrei scritto: "Mantenetevi in corrispondenza con lui, mi raccomando!")


Ciao


Aglaja, lieta di essersi imbattuta in questo racconto


xdanisx ha detto...

Ho assistito all'incontro di un Caruso italoamericano, con un caro amico calabro, avvenuto dopo la ricostruzione dell'ALBERO GINECOLOGICO. Questa storia è carina e lontana dai binari della Clerici con ciglia finte comprese.

La Med famiglia ci fa un'ottima figura!

danis