venerdì 11 gennaio 2008

aeroportuale di gennaio







Poco prima di teletrasportarmi in aeroporto (strano, la sirenetta che in azienda prenota sempre voli ad orari da panettiere questa volta mi aveva consentito una comoda partenza da homo spensieratus, ma c'era la fregatura) ero andato ad ispezionare un box condominiale che si sta liberando.
Desidero bramosamente entrarne in possesso, ma so che sarà difficile. Dentro il piccolo locale da ventimetriquadrati, abbandonato su uno scaffale metallico, il plastico di un trenino. L'ultimo inquilino, che ancora precariamente barcollando sopravvive, non aveva figli maschi. Quindi il plastico era proprio suo, del ragioniere L. Come lo conobbi e come diventammo amici, in un momento tragicissimo, non ve lo racconto, però fu una di quelle crude azioni che diventano buonissime, perchè nessuno in certi casi ha il coraggio di dire, a chi lo vuole sapere, come andranno veramente le cose.
Arrivato in aeroporto, dopo avere rimuginato la disposizione dei miei oggetti in quel box, ho rapidamente fatto il check-in, dovendo miseramente consegnare al tubo digestivo dei bagagli da imbarcare il mio trolley nuovo nuovo, perchè a detta della signorina del banco era troppo pesante. "ma troppo pesante quanto?" ho provato a dire io "circa un chilo, ma la cabina è piena non insista" ha tagliato secco lei. Vabbè, avrò le mani libere, ho pensato.
Nel frattempo, la nebbia mattutina di Fiumicino aveva causato il ritardato arrivo dell'aeromobile su Palermo, per cui mi sono attrezzato a settanta minuti circa di ritardo.
C'erano un sacco di orientali in partenza per Bologna (chissà che giro, palermo-bologna), ad un certo punto si è appropinquata una tipa dall'aria abbastanza snob con un pechinese al traino, I giapponesi (non sono sicuro, non capisco bene i dialetti) si sono immediatamente attivati, generando un brusio degno di un migliaio di tamagochi pigolanti, Il cane si è piantato, pancia a terra, e non voleva saperne di rimettersi a camminare, Si è fatto guardare anche sotto la coda e dietro le orecchie dai curiosissimi tipi dagli occhi a mandorla, anche quando la griffata padrona, abbandonando il bon ton si è messa a imprecare in siculo stretto in direzione del quadrupede, che se n'è fottuto altamente. Quella si è dovuta abbassare-orrore!-a prendere in braccio l'animale, che si è messo a piangere. Sentirli allontanare, lei che smadonnava e lui che guaiva disperato (forse sentiva il grido forte del dna del suo paese d'origine?) è stato uno spettacolo istruttivo.
Una bambina bionda coi boccoli pneumatici ha piantato un casino terrificante al padre perchè lui assolutamente doveva consegnarle il cellulare "devo mandare un messaggio all'asilo, che mi devono aspettare" ha detto lei; siccome il padre non ne voleva sapere, perchè lumava un piccolo branco di ventenni scollacciate la bambina ha fatto scoppiare il vero bordello, sparpagliando per tutto il primo piano del "falcone-borsellino" il contenuto del suo zainetto: che era piccolo piccolo, ma pieno di un numero impressionante di cose piccole piccole. Alla fine lei ha digitato un sms (ma a tre anni i picciriddi sanno leggere?) mentre il padre raccoglieva le cose piccole piccole. Le ventenni osservavano con sussiego.
Uno, abbigliato come un manager di provincia, tipo rappresentante di trattori, aveva nel cellulare una suoneria formula uno, giro veloce e passaggio ai box. I suoi ruspanti colleghi gliela facevano suonare sempre, finchè quello ha detto "picciotti c'aviti rutti i cugghiuna, ora l'astuto" (traduzione: amici, mi state provocando un attacco acuto di gonadoclastia, adesso spengo l'apparecchio). Però non l'astutò, ed ha continuato a fare wroooom wooom zaung zaung zaung cri scriii screeek woooooo fino a che non hanno chiamato (abbiate pietà di noi) il suo volo.
Dicevo che non mi hanno fatto imbarcare il trolley nuovo nuovo misura cabina, ma quella che era in fila dietro di me, una finta giovane finta cantante rock che aveva chitarra nella custodia, uno zainetto davanti, uno zainetto di dietro, un vassoio di cannoli  (ah, il cannolo viaggiante, che strazio) e la borsa del computer l'avevano fatta passare, forse aveva minacciato la signora del check-in che si metteva a cantare mangiando i cannoli e digitando al computer seduta sugli zainetti. Le faranno mettere tutto in stiva, arrivata alla scaletta dell'aereo, ho pensato. Il seguito prova che avevo torto.
Quando finalmente hanno chiamato il volo, la tizia  della compagnia aerea xxxxxxxxx che ha staccato il pezzo della carta d'imbarco per conservarselo indossava la divisa in maniera sadomaso direi, strizzatissima che pensavo non potesse nemmeno respirare, tacco da serial killer, gonna constrictor, trucco appaltato ad un'impresa edile. Appena è stato il mio turno, le ho porto da prudente distanza il biglietto, lei ha detto "fà vedere il documento", con una posa tale che ho avuto la sensazione di sentirmi entrare la sua lingua in bocca. Solo la sensazione, mi basta, magari me la mordeva pure.
All'arrivo a Bologna, la finta giovane cantante rock vestita in stile post-atomico, ha sibilato agli inermi passeggeri in bovina attesa di essere evacuati dall'intestino dell'aereo fatemi prendere la mia chitarra dopodichè ha colpito alla testa una ventina di vittime, a me per fortuna non mi pigliò.
Durante i tre giorni modenesi in cui ci hanno guastato l'inizio dell'anno con una serie di notizie di difficile esegesi, ho capito che le cose stanno cambiando velocemente, e che la mia rapidità di comprendonio sta diminuendo, devo adottare dei correttivi. Certo, dovrei provare a fare correre di più i neuroni, ma quelli mi hanno avvisato, più di trotterellare non se ne parla.

14 commenti:

ranafatata ha detto...

Resoconto gustosissimo: le aspettative non sono andate deluse. Senti ma, una volta, lo prendiamo assieme, un aereo? (Mi piacerebbe una cronaca in tempo reale, come se tu fossi un cronista e io un ascoltatore :-)).

Medicineman ha detto...

*ranafatata: mii pfm velocissimo: guarda che io non parlerei, ti indicherei soltanto dove guardare. La parola infrangerebbe la magia del momento :-)

anonimo ha detto...

abbiamo capito che ne hai per tutti!la prossima volta che stazionerai in un areoporto, avvisa; passerò casualmente e poi leggerò qui se avrai commenti da fare!

cybbolo ha detto...

non ho mai viaggiato in aereo, ma ho il terrore a pensare a quello che può essere l'aeroporto di Ulan Batòr o di Kingshasa dopo avere letto il tuo resoconto...;-)

Medicineman ha detto...

*cybbolo: non è la realtà che supera la fantasia, sono la stessa cosa, basta stare lì a guardare e sentire :-)

RedPasion ha detto...

bravo bravo bravo!


tanto.

leggero e gioviale.

ranafatata ha detto...

Hai ragione. Facciamo che tu mi indichi e io mi indigno; però, poi mi fai un piccolo commento, e io mi sbellico :-)!

matilde61 ha detto...

però non è giusto! secondo me dovresti pagare i tuoi compagni di viaggio per la possibilità di scrivere questi divertenti ed interessanti post..... bacio

amoilmare ha detto...

Eh.. questi aereoporti sono microcosmi pieni di varia umanità.. e comunque ogni tanto si fanno incontri piacevoli... ;)

quando ti leggo, mi sembra di vedere un piccolo cortometraggio.. ma quant'èbbravolei??

Aquisgrana ha detto...

ma dai medi, in aeroporto oggi qualcosa è cambiato; nn si fuma, purtroppo!

:-)

arietta ha detto...

a 3 anni i picciriddi sannu fari un burdello di cosi. A 13 trombano. A 20 si rifanno le tette. E i padri s'allattarianu perchè hanno figlie speciali...

ciao ciao

sherazade2005 ha detto...

Assolutamente delirante (o desolante dipende dalle angolature a dal punto di sopportazione) questa

radiomegafonia che è fotocopia di tanti miei 'bei' momenti.


Mi son persa sui neuroni inversamente proporzionali.


I miei omaggi o megliogiugniolugli

Soulboarder ha detto...

Ogni volta che leggo i report dei tuoi spostamenti ho la netta sensazione di trovarmi di fronte ad una ricca sceneggiatura pronta per essere interpretata da bravi attori o comunque caratteristi di livello (tipo Commissario Montalbano, per capirci :-))
Ti faccio i più caldi complimenti per la tua prosa piacevolissima.
Aloha

marcol62 ha detto...

piacevolissima lettura, grazie.