venerdì 19 gennaio 2007

nuovo modello


Era vicino alla finestra da un po’. “solo qualche momento” si era detto qualche minuto prima, dopo aver abbandonato il tavolo da lavoro.


Il respiro caldo aveva formato un alone sul vetro, assumendo la forma di una strana farfalla di vapore. Osservava il traffico distrattamente, preso da alcuni pensieri che giravano in loop, le macchine lasciavano un’impronta di colore sulla retina.


Una donna si avvicinò all’aiuola che si trovava al centro dell’incrocio, intorno alla quale il traffico era costretto a girare.


Aveva uno strano copricapo di pelliccia, e un mazzo di fiori colorati in mano, di diversa lunghezza.


La donna si chinò per togliere da un cilindro metallico dei fiori secchi, e li infilò in un sacchetto di plastica che aveva estratto dalla tasca, qualche petalo di crisantemo giallo si sparpagliò vicino ai piedi, poi la nuova composizione fu posizionata adeguatamente, gli steli ritti nel vaso.


“ora prenderà l’acqua dalla borsa” pensò lui, continuando a guardare dalla finestra chiusa, infatti la donna prese una bottiglietta d’acqua minerale da mezzo litro e la svuotò nella fioriera.


“chissà chi è morto lì”, disse l’uomo a voce bassa, e l’alone di fiato sul vetro si allargò, per poi ritrarsi di nuovo.


Restò ancora a guardare quella figura ferma davanti ai fiori, che probabilmente pregava, perché aveva giunto le mani.


Arrivarono degli attacchini su un furgoncino bianco, e prepararono i cilindri di carta arrotolata da stendere sul maxiposter, in cui era ancora raffigurata una donna abbronzata e poco vestita che reclamizzava uno studio di abbronzatura.


“chissà perché lo chiamano studio”, disse di nuovo lui a bassa voce.


Il pensiero distratto che girava tra i suoi neuroni come un topo da laboratorio nel percorso di prova si fermò.


Gli tornò in mente il pomeriggio del giorno prima, l’odore intenso di fica, il succo acidognolo e caldo in cui aveva prima posato le labbra e poi la lingua, sentì che stava per eccitarsi, immaginò che proprio in quel momento, in quella stessa stanza, mentre il guerriero greco nel piatto di terracotta sulla parete alle sue spalle stava trafiggendo un nemico con una lunga lancia, immaginò che proprio in quel momento, mentre dai box dell’impianto hi-fi si diffondevano le note dolciastre di purple rain, immaginò che proprio in quel momento mentre la donna al centro dell’aiuola aveva finito la sua rituale cerimonia funebre e si stava allontanando a capo chino, immaginò che proprio in quel momento, avrebbe voluto che come ieri lei fosse lì con lui, per spogliarla piano, renderla docile sotto le sue mani e assaggiarne di nuovo gli umori.


“ora basta, devo concentrarmi”, disse lui a voce un po’ più alta di prima, si allontanò dalla finestra, abbandonò l’alone di fiato caldo che iniziò a dissiparsi, lasciò che gli attacchini finissero il suo lavoro, si rimise a sedere, riprese la penna a china in mano, ricominciò a disegnare il profilo di un nuovo modello di bicchiere.


 

6 commenti:

metallicafisica ha detto...

“ora prenderà l’acqua dalla borsa”


sarebbe meglio che lui si versi dell'acqua fredda in testa:)***


ps: ma "lui" come è morto, di infarto dopo avervi visti insieme?


Buon fs***

Medicineman ha detto...

metallica: chi ha visto cosa? :-)

casalinprecaria ha detto...

il parallelismo morte/sesso tanto caro a henry miller. di cui riproduci le atmosfere "umide".

ciao!

:-)

ipsediggy ha detto...

prosit!

metallicafisica ha detto...

med... io nulla vidi... muta sarò...:)))**

amoilmare ha detto...


Piccola fuga della mente...guardare il mondo attraverso il vetro di una finestra porta spesso a fare deliziosi viaggi spazio-temporali :)