Mi sono avvicinato cauto al banco del check-in, stranamente non c'era nessuno in fila. La signora della compagnia aerea ha preso il mio biglietto e mi ha chiesto se avessi preferenze di posto. "se possibile, un posto corridoio, avanti, nella fila da due, e...se possibile non mi metta nessuno accanto", che voglio leggermi le ultime pagine del libro, questo non gliel'ho detto, l'ho solo pensato. "caro signore, lei mi chiede troppe cose, non posso accontentarla". Ho lanciato alla donna in divisa uno dei miei sorrisi da orsettodipeluche e atteso che preparasse la carta d'imbarco. Per un pò mi sono aggirato per l'aeroporto, constatando con meraviglia che il volo non era in ritardo. Dopo, a bordo, il posto era come lo volevo io, e non avevo nessuno accanto: il mio sorriso funziona ancora!
6 commenti:
Io ho un pessimo rapporto con quei tipi lì dei check-in: non loi sopporto e, nella peggiore delle ipotesi, ci litigo. Mi presento prevenuta e con la faccia torva, quindi, mi trovo puntualmente seduta accanto a qualche rompicoglioni...
Dai, metti una foto, così controlliamo anche noi.Ciao.
chissà quanti orsetti di peluche hanno dovuto squoiare per farne uno grande come te.
ahimé, me misera me tapina
scuoiare
scuola
scuotere
scrivere mille volte.
pardòn.
eh pispa, sarai condannata a tornare a squola!
dio che vergogna, medicineman.
vedi che a volte le uniche cose utili sono quelle che si imparano alle elementari?
da lì in poi, il diluvio.
lo dico sempre io.
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