domenica 7 maggio 2006

calexico


Quasi mi verrebbe di chiederlo, anche se so che ognuno è libero (forse) di fare quello che vuole.

Questo ho pensato quando ho letto le prime recensioni di “garden ruin”, ultimo lavoro dei Calexico.

Rottura col passato, conversione al pop, anima calexicana smarrita per strada. Sarà che non sono un critico specializzato, sarà che sono sempre molto critico nei confronti dei giudizi dei cosiddetti esperti, sarà che alla fine è l’effetto che fa nelle mie orecchie che mi fa dire “mi è piaciuto” oppure “non mi è piaciuto”. Già dal terzo passaggio nel lettore dell’Audi, i nervi acustici erano abbondantemente attivati, poi ho messo tre volte di seguito la traccia numero undici “all systems red”, ed ho capito perché mi piace. E’ vero, è un disco diverso dai precedenti, almeno nei suoni, anche se la perfezione artigianale ed il piacere di usare e suonare strumenti insoliti c’è sempre. Invece di essere un sofisticato etno-pop, è un cd da fruire anche ad alto volume, oppure lasciare fluire dagli auricolari di in un lettore mp3, e come mi aspettavo, curato, non casuale, non affidato all’onda del rumore emozionale, né al pompare delle batterie elettroniche.

Garden Ruin non è una svolta, è una evoluzione, in cui buona parte del dna dei Calexico si riconosce analizzando bene la costruzione degli arrangiamenti, pur suonando in maniera differente, e coinvolgente.

Dicevo della traccia undici, che è l’ultima del cd, “all system red”: il brano parla di ascolto, di percezione, di rumori, ed è arrangiato , se mi si permette il termine, in maniera biologica.

Dei suoni nativi, dai quali si sviluppa un ritmo avvolgente, che può richiamare, anche se è assolutamente originale, certe costruzioni organizzate dall’associazione a delinquere brian eno-u2; il brano cresce, si arricchisce di ritmi e rumori, assume un andamento sinusoidale, quasi una pulsazione sessuale, arriva ad un climax ad alta tensione, poi si decostruisce, si scompone, si elementarizza, come quel momento in cui, dopo l’orgasmo, ci si trova sull’orlo del baratro e si teme di precipitare nell’incoscienza, e invece si plana piano, mentre i sensi si intiepidiscono e si raffreddano, verso un rumore di fondo che vuol dire sono ancora vivo.

 

2 commenti:

pispa ha detto...

il tuo spacciatore di musica ci va giù pesante con te, diamine.

ma dopo, tu, gliene parli di come ti è sembrato il tutto? scambiate emozioni oltre che dollari contro effetti sonori?

Monterey ha detto...

Esemplare la tua descrizione di All Systems Red, e nelle tue parole ritrivo per filo e per segno le emozioni che mi ha suscitato. E' vero, è molto senxuale... ;]

Per quanto mi riguarda li appezzo ancor più che in passato, però comprendo che si siano infilati nella nicchia che è esattamente la mia preferita, e quindi non a tutti i fan della prima ora può risultare gradita.