martedì 11 luglio 2006

ventiquattro anni dopo


Nel 1982 c'ero, abitavo vicino ad un famoso penitenziario borbonico, e quando Tardelli la mise dentro e fece quei cinquantametri di corsa che sono rimasti marchiati nella memoria di chi ha visto, fu come se un terremoto scuotesse il quartiere; erano i detenuti che all'unisono gridavano GOOL. Ierisera ho dovuto saltare parte del secondo tempo ed i supplementari, a causa del fatto che tornava da un viaggio quello snob del mio figlio maggiore (c'è la partita? meglio, ci sarà poco traffico e faremo presto dall'aeroporto a tornare, ipse dixit). Sono ritornato in tempo per vedere i terribili calci di rigore. E mi è venuta in mente questa:


Sole sul tetto dei palazzi in costruzione,
sole che batte sul campo di pallone e terra
e polvere che tira vento e poi magari piove.
Nino cammina che sembra un uomo,
con le scarpette di gomma dura,
dodici anni e il cuore pieno di paura.
Ma Nino non aver paura a sbagliare un calcio di rigore,
non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore,
un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia.
E chissà quanti ne hai visti e quanti ne vedrai di giocatori
che non hanno vinto mai
ed hanno appeso le scarpe a qualche tipo di muro
e adesso ridono dentro a un bar,
e sono innamorati da dieci anni
con una donna che non hanno amato mai.
Chissà quanti ne hai veduti, chissà quanti ne vedrai.
Nino capì fin dal primo momento,
l'allenatore sembrava contento
e allora mise il cuore dentro alle scarpe
e corse più veloce del vento.
Prese un pallone che sembrava stregato,
accanto al piede rimaneva incollato,
entrò nell'area, tirò senza guardare
ed il portiere lo fece passare.
Ma Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore,
non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore,
un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia.
Il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette,
questo altro anno giocherà con la maglia numero sette.


poi ho anche pensato:


cose da pazzi,


da zinedine zidane


una testata  a materazzi,


chissà che parole insane


avrà nell'orecchio soffiato


al francese scoppiato.


E a vedere gli arbitri con l'auricolare e il microfonino ho ripensato a Boncompagni che dava pensieri e parole ad Ambra. Qualche malpensante di francese avrà creduto che il terribile Moggi suggeriva anche qui. Comunque spero che duri, questa soddisfazione, questo futile orgoglio, questo sventolare di bandiere e di urla troppo a lungo represse. Ho visto casalinghe in camicia da notte e ciabattine sbattere coperchi di pentole, e dei senegalesi di due metri piangere abbracciati avvolti nell'italico tricolore. Certo, Pertini era Pertini, ma era l'82, io c'ero.


 

5 commenti:

pispa ha detto...

nella telecronaca, il gagliardo Tardelli ha detto "se l'Italia vince porto Bisteccone in spalla per un chilometro" :)))


e mò lo voglio vedere, lo voglio

anonimo ha detto...

anche tu con sta storia?????? :-) ciao med un bacio (matilde)

Effe ha detto...

dice Zidane che il mattino dopo s'è svegliato con un terribile mal di testa

rosarioarena ha detto...

eccomi...e purtroppo non con un commento troppo positivo e ottimista.

so che quello che sto per scrivere scatenerà le ire di tutti i tifosi incalliti e non, ma in questi giorni più che mai è cresciuto in me un sentimento antipatriottico spiccato e violento...

a parte il fracasso insopportabile in piena notte, lo strombazzare incessante di clacson in ogni vicolo, cosa ci sarà poi da festeggiare quando l'italia va a rotoli? quando non funziona più nulla e con un colpo di spugna vengono cancellati secoli di cultura?

neppure al sano senso di agglomerazione e codivisione insito nello sport stesso possiamo più appellarci: i calciatori sono strapagati e nonostante questo si truccano le partite, si prendono soldi sottobanco, ci si vende e ci si svende...anche per tirar quattro calci a un pallone...

però l'italia vince i mondiali...

...eh si, è proprio una bella soddisfazione!!!

anonimo ha detto...

C'ero anch'io nell'82 e ne ho ancora il ricordo nel cuore oltre che per la splendida vittoria anche per il luogo in cui mi trovavo allora quattordicenne. Un saluto grande e un arrivederci spero, quanto prima. Buone ferie. Silia