giovedì 2 marzo 2006

libretto e città

Ero in aeroporto, come al solito con un adeguato anticipo sull’orario del volo, non si sa mai, e mi sono diretto verso la edicola-libreria, con l’intenzione di acquistare una rivista patinata di automobili, di quelle che scatenano la gelosia delle mogli, perché ci sorprendono a guardare con concupiscenza la tale coupè o la station wagon supervitaminizzata.
Ho dato un’occhiata alle varie copertine, ma non mi sono deciso. Ho preso invece dal banco dei libri un testo che mi era stato recentemente consigliato (romanzo criminale) visto che nel frattempo mi ero perso pure il film al cinema. Insieme a questo ho preso anche un altro libretto, scritto da un giornalista che conosco, che non avevo ancora comprato ma senza un motivo, non l’avevo comprato e basta. E forse se non fossi entrato in quella libreria non avrei più preso, perché quando vado dal mio spacciatore di libri preferito, mi dirigo immediatamente verso il banco dei romanzi, e scelgo quelli nuovi degli autori che più mi hanno soddisfatto negli ultimi anni.
Ho preso questo libretto e l’ho pagato insieme all’altro, e siccome l’altro era sigillato da un cellophane inattaccabile, ho cominciato a leggerlo.
Prima nei pressi del gate poi nella mia poltroncina alla fila 14 del fokker 100 che mi avrebbe portato a Napoli. Piccolo flashback: signorina del check-in, mi dia un posto comodo, possibilmente vicino l’uscita di sicurezza dell’aereo, e se possibile non mi metta nessuno accanto, così posso leggere in santa pace: la signorina del check-in merita un premio, e avrete capito perché.
Insomma il libretto l’ho finito quando le ruote del carrello hanno fatto sckreek sulla pista di Capodichino.
Che li per lì mentre lo leggevo mi sono pure incazzato, perché il giornalista diceva cose vere, e che anch’io pensavo, e che verificavo giornalmente.
Però poi mi è passata, ed ho capito che molte delle azioni che in questi anni di vita palermitana ho compiuto inconsciamente invece erano mosse da una specie di motore di palermitanità che ognuno di quelli che cittadino si sente veramente ha, nascosto tra fegato e milza.
Insomma, arrivato a casa stasera, ho preso il libretto e l’ho messo sul tavolo della cucina, dicendo a moglie e figli: “voi pensate di avere capito la città? Se non leggete questo non avere capito niente.” Infatti per ora lei sta leggendo il libretto.
Ah, è quello qui sotto.



11 commenti:

OnlyZoe ha detto...

Bel blog..scrivi benissimo..^_^

kiss

anonimo ha detto...

mi chiedo quanto sia importarte capire una città se poi si ha le mani legate..... io la mia la capisco tutta spero di avere le mani slegate il giorno delle elezioni è l'unico modo per riscattare una certa dignità.......vabbè seghe mentali notturne, ciao med , mi manchi ma so che ci sei (matilde)

Effe ha detto...

alajmo è bravo, anche visto da qui

e.l.e.n.a. ha detto...

io a palermo ci sono stata quest'estate. troppo poco per dire di averla capita. il tanto che basta per dire di averla assaggiata e ne ho scritto. è una città che non mi ha lasciata indifferente.

e questo tuo dire mi ha incuriosito. acquisterò il libro.

ho l'idea che le città e la loro essenza le capiscano e le descrivano meglio chi ne è fuori. come se dall'interno si riuscisse "solo" a vedere i macrodettagli, come una foto vista da troppo vicino, perdendo la visione d'insieme, che, invece, si riesce a percepire, dando forma dimensioni e sostanza, soltanto allontanandosi.

anonimo ha detto...

Il libro di Alajmo l'ho comprato appena uscito. Io adoro Palermo, ci sono stato "solo" tre volte. Ho amici lì e dai loro racconti ho ritrovato, tra le righe, tutte le sfoglie della cipolla. Non puoi perderti, a questo punto "Nuovo repertorio dei pazzi della città di Palermo" dello stesso Alajmo... mi sa che li riconosci tutti.

Ah, dimenticavo, il tuo blog, col tuo permesso, è nella lista preferiti del mio space:

http://spaces.msn.com/maumozio/

Saluti,

Mauro



anonimo ha detto...

ops,

Romanzo Criminale, l'ho trovato avvincente.

Mauro

SiciliaL ha detto...

quella foto della copertina ricorda quando traversi Porta Felice e lasci la città alla spalla, a destra e a sinistra tieni il mare


che bel titolo, Palermo è una cipola


chissà quale pianta erbacea sarebbe Vigo



setteparole ha detto...

Il titolo mi suggerisce qualcosa.Capire una città non è mai facile e penso che Palermo sia particolarmente complessa. Ciao.

notimetolose ha detto...

Quando poi vieni in continente quel piatto è sempre li' che ti aspetta.

notimetolose ha detto...

Romanzo criminale è nella mia libreria.Ognuno ha le sue deformazioni. Adoro i magistrati che scrivono romanzi, sembra quasi che ci capiscano davvero. Palermo va "scarfogliata" diremmo dalla mie parti. Non ne ho avuto il tempo. Ma si torna sempre sui luoghi del delitto.

anonimo ha detto...

Ciao, sono arrivato qui tramite Missy.

Mi ha incuriosito il libro su Palermo e (pur essendo catanese) provero' a leggerlo.


Davide (l'anonimo tirocinante)