venerdì 21 ottobre 2005

una questione di corna?



“La tigre e la neve” di Roberto Benigni.

Tutto un problema di corna. Un bizzarro professore di poesia tradisce la moglie per una giovane collega inglese, causando l’allontanamento da casa della moglie, che viene a scoprire quanto successo tra i due.
Lui comunque tenta di ricongiungersi con lei con acrobazie materiali e verbali, ma senza successo.
La moglie, giornalista, si reca in Iraq per completare la biografia di un poeta, amico del marito; durante l’ultima intervista però resta coinvolta in un attentato, prende una botta in testa ed entra in coma.
Il professore viene avvisato telefonicamente dall’amico iracheno, trova il modo,rocambolesco e truffaldino, di arrivare in Iraq con un volo della Croce Rossa per tentare di salvare la vita della moglie.
Sorvolando sulle avventure stile Totò le Mokò che il professore di poesia è costretto suo malgrado a vivere, ci si avvicina ad un epilogo.
Il poeta iracheno, sconvolto dalla guerra e dall’impotenza della forza intellettuale e dell’arte a bloccarla, si suicida appendendosi all’albero di ciliegio del patio della sua casa di Baghdad, la moglie del professore, grazie alle amorevoli cure di lui riesce ad uscire dal coma, e lascia l’Iraq senza il marito, che nel frattempo è rimasto coinvolto in una retata americana ed imprigionato come sospetto terrorista.
Quando finalmente riesce a farsi rilasciare, torna in Italia anche lui, ma all’aeroporto viene arrestato poiché inseguito da un mandato di cattura nazionale, derivante dal non essersi presentato ad un’udienza, nonostante il suo avvocato lo avesse avvertito.
Viene rilasciato, e mentre tenta di raggiungere la moglie e le figlie a casa, incappa in un blocco stradale causato da un incendio allo zoo di Roma: gli animali sono tutti scappati mentre la primavera riempie l’aria di batuffoli di polline, e sembra che stia nevicando.
La moglie di lui, mentre tenta di rincasare, si imbatte in una tigre, e questa immagine riporta lo spettatore ad una affermazione di lei, fatta all’inizio del film, quando gli dice che ritornerà insieme a lui solo quando vedrà una tigre nella neve, parafrasando così il titolo di un libro di poesie.
Finalmente il professore riesce a rientrare a casa, la moglie non sa che è stato lui a guarirla a Baghdad, lo capisce solo quando vede che la sua collana con ciondolo pende dal collo di lui; a questo punto qualsiasi spettatore ottimista immagina, anche se non lo vede, un amorevole lieto fine.
Quella che ho sommariamente raccontato è la trama del nuovo film di Roberto Benigni, “la tigre e la neve”.
Chi si aspettava un’opera epica, dalla poetica mistica, con una raffica di denunce forti contro la guerra e la follia dell’uomo resterà deluso. Il film descrive, in maniera per certi versi esilarante, le conseguenze di un tradimento; nella storia sono iperboliche, e proprio questo aumenta il risultato tragicomico.
Roberto Benigni si inventa delle gag in cui sembra proprio Totò, la moglie interpretata dalla reale moglie, Nicoletta Braschi, è sufficientemente antipatica per il ruolo che le compete, Jean Reno, solitamente coinvolto in storie al limite della realtà, assomiglia ad un poeta iracheno ma non lo è.
Compare nel film anche un cameo di Tom Waits, del quale però non si comprende la motivazione.
Per finire, io lo consiglio per sorridere e non pensare troppo, per farsi convinti che la poesia non può salvare il mondo dalla pazzia, e che un film per essere gradevole non debba per forza contenere messaggi di denuncia.
Tutto un problema di corna, e guai a catena.

9 commenti:

ilianetto2 ha detto...

Avendo in programma la visione per domani del film di Benigni, Non ho letto che l'inizio del tuo post.

Visto che anche tu trovi il film in questione positivo, vado con maggiore convinzione.

Ti dirò poi come l'ho trovato io, sempre che in questo lasso di tempo non cambi ancora idea, come ho già fatto per le due volte in cui mi era stato offerto di accompagnarmi.

Ciao a presto. Ilia

caprettetibetane ha detto...

Per ora non l'andrò a vedere, odio la ressa e non ho fretta.

o.t. le mantidi sono di colori diversi per mimetizzarsi meglio, dopo un'estate di erba secca sono gialle, a primavera erano verde pisello... ma come funzioni questo mimetismo non so, so che muovendosi lentamente non sono cacciate dal mio gatto, che invece fa' strage di cavallette, le sgranocchia come gamberetti.

anonimo ha detto...

caro medicinaman la lettura scanzonata che ne dai tu è decisamente divertente e fornisci un punto di vista da non sottovalutare. Ci pensai anche io quando finì il film. Tutto questo casino per due corna.Ciò che sostieni riguardo "il messaggio" è altresì condivisibile. Il problema di questo film è proprio questo: il buon Benigni (ottimo giullare, ottimo attore, pessimo scrittore e regista con Cerami che lo aizza nel campo che proprio non gli è consono) VUOLE lanciare un messaggio e il problema è che il bersaglio non lo c'entra. Altrimenti perchè sprecare e dico anche scialacquare in taluni casi, chilometri di altrui poesia se vuoi fare un film leggero (di percezione e non di contenuto)? C'è qualcosa che non mi quadra. La vita è bella fu l'apoteosi di tutte queste ottime argomentazioni.E quando si tocca il cielo sarebbe opportuno cercarne un altro. A Robbe' torna a leggerci la Divina Commedia! la regina pigra :-)

anonimo ha detto...

aaaaargh si vede che sono stanca il besraglio non lo CENTRA senza l'apostrofo tre in italiano e stop er diventare giornmalista!!! che vergogna!!!! la regina pigra

ilianetto2 ha detto...

Pur avendone avuta un'ulteriore possibilità, ho finito col non andare affatto, nè sola, nè in compagnia!

Non credo di essermi perso granchè.

Buonanotte. Ilia

Effe ha detto...

lo andrò a vedere solo quando mi mostrerete un tapiro nella tempesta

matilde61 ha detto...

io lo vedrò quando uscirà in dvd, mi piace la tua critica a questo film, ma chi lo ha detto che bisogna sempre cercare un significato.. vabbè smetto che qui ci sono gli esperti e mi faccio le figuracce.. ciao regina bacione!!! e ciao anche a te med , ti mando un bacio anche a te..

notimetolose ha detto...

Non mi piace Begnini. Non è un attore, non è un comico, ruba le idee dei film ( La vita è bella l'ha preso da Train de vie, unico vero capolavoro) è ripetitivo e ha una moglie che ci infligge ad ogni film. Detto questo secondo te, io vado a vedere la tigre e la neve?

anonimo ha detto...

ot: matildina! ma che figuracce... ce ne fossero di donne che esprimono intelligenza come te! baci. madicinaman il lapsus delle parole nascende il lapsus della coscienza: adoro i giochi di parole svlano sempre molto. Ciao a presto. la regina pigra