lunedì 20 giugno 2005

buchi neri su ustica




Erano stelle, e pianeti
e giovani comete
imbarcate a Bologna, direzione Palermo.
Racchiuse in un cosmo d’alluminio
e nervi elettrici,
forte e leggero nell’aria.


La notte era di velluto
attraversato da aghi e spilli
dalla punta arroventata.


Fuori dalla carlinga,
le stelle fisse nel firmamento
non potevano fare nulla
che restare a guardare,
mentre occhi ciechi
di cani volanti in caccia
cercavano senza trovarle
prede segrete e nascoste
sotto i piani di coda.


Poi l’abitacolo pressurizzato
si è aperto,
e le stelle e i pianeti
e le giovani comete
sono cadute
senza peso
senza rumore o dolore
sprofondate nel mare.
Oggi sono alghe
e plancton e conchiglie
sul fondo dell’abisso di Ustica.


Ancora qualche bambino
e qualche donna
piangono.
Ma nessuno li ascolta.


 

3 commenti:

ilianetto2 ha detto...

Mi piace questa tua trasposizione poetica di una tragedia che "ancora qualche bambino e qualche donna piange". Davvero bella!

A presto. Ilia

matilde61 ha detto...

molto bella, complimenti davvero....

Effe ha detto...

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