venerdì 4 aprile 2008

La figlia della badante-parte 1 e 2


(quadro prestato da Luigi Perrella)



 




Mimma era una bella figliola. Alta, sciacquata, Rossa di capelli, due occhi da furetto che scavavano dentro quando ti taliavano.


Eppoi aveva il bar. Di fronte al Municipio, allato alla caserma dei Carabinieri.


 Cafe! un  cafè, due cafè!Mimma  tre cafè!.


Queste erano le voci che si sentivano la mattina, quando la porta del bar era aperta, e Pino aveva uscito i tavolini di metallo sul marciapiedi.


Poi Pino pigliava la catasta di sedie e la metteva fuori. Chi si voleva assittare acchiappava una seggia e la metteva a terra, vicino al tavolo.


Magari poi arrivava un altro, ci diceva a quello che era seduto “nnà facemu una partita a scopa?”


“chi perde paga i cafè”.


I cafè potevano diventare quattro, o cinque, o chiàssai, se altri si andavano ad assittare per taliare i giocatori.


E Mimma rideva, e faceva cafè. Pino metteva le tazze calde nel tabarè rotondo, quello con la stella della marca della birra, e li portava fuori.


La tenda faceva scruscio, le mosche volavano via, il cane acciambellato all’angolo della piazza alzava un orecchio e apriva l’unico occhio buono, poi ripigliava a dormire. Vita di canivecchiu, dormire e mangiare quello che gli altri ci portavano.


Le monete erano sempre pronte, Pino se le metteva nella tasca del grembiule, poi rientrando, le lasciava a Mimma.


Mimma rideva, e le faceva suonare quando cadevano nel cassetto sotto al bancone.


La mattinata andava avanti così, magari passava il sindaco, oppure una coppia di carabinieri veniva a prendere le tazze calde per il Maresciallo.


All’una, Mimma e Pino chiudevano la porta, e se ne andavano a casa a mangiare.


Mimma si attaccava al braccio di Pino, e traversavano la piazza in diagonale, con un’andatura sbilenca. Sembravano un peschereccio con la lancia a rimorchio, col mare grosso.




   parte 2



Era sciancata da quando era nùtrica.


Quando la picciridda era nata si era capito subito che qualcosa, nelle gambette, era sbagliato; la madre allora l’aveva portata dallo specialista, a Palermo.


Il Professore taliò Mimma per dieci minuti, la girò, la piegò, ci torciu le ginocchia e le coscette, Mimma prima rideva poi si misi a chianciri, angustiata, col risucchio.


Mentre sua madre la annacava per farla quietare, e il singulto scuoteva la picciridda, il professore si levò l’occhiali e parlò.


 


Se ne tornarono al paese con la corriera, Mimma e sò matri.


“La carusa ti vinni sciancata perché l’hai fatta fuori dal matrimonio, fuori dalla grazia di Dio…”. Non lo fece finire di parlare, al parrino che sibilava dietro la grata del confessionale, se ne uscì dalla chiesa, e non ci sarebbe più rientrata, da viva almeno.


La picciridda attaccata alla minna, cullata dallo scuotimento del vecchio autobus, la madre abbracciata alla busta gialla con i raggi X, lussazione congenita dell’anca, aveva scritto il Professore, e poi si era messo in sacchetta le cinquemila lire che la madre di Mimma aveva messo sul piano di cristallo della scrivania.


 


Quando Mimma aveva ventuno anni, la madre morì. La trovò la mattina nel letto, con il rosario sul petto, e un foglio di carta nel cassetto del comodino diceva che restava tutto a sua figlia Mimma. Al funerale si presentarono i parenti venuti da Lascari, lo zio Franco, la cani rognosa di sua zia Michelina, i cugini, figli di cane.


Ci restarono male quando scoprirono che la casa e la vigna, che erano stati della loro famiglia, se li pigliava Mimma. Erede universale, aveva detto il farmacista, il dottore Antonio Quattrocchi, il fratello del Notaio Quattrocchi che aveva il brutto vizio di sentenziare in latino mentre masticava tabacco, mettendosi sul naso i pince-nez dorati.



(2-continua)


 

12 commenti:

amoilmare ha detto...

fin qui promette MOLTO bene.. :) attendo il seguito

luiperre ha detto...

lo "sporco" di una cadenza dialettale dona un colore vitale, un'anima che sopraffà l'asetticità della lingua assoluta e ti risucchia dentro "sporcandoti" prima ancor d'aver capito!

è una sensazione che ogni volta mi sorprende... e nun sugno siciliano!

poi comunque ho capito, no: per dire!

e sì, promette bene!

luiperre ha detto...

e grazie che hai preso un mio quadro.

questo in sicilia c'è stato: a ortigia!

metallicafisica ha detto...

OT: ricevuto nulla:/***

ranafatata ha detto...

Uhmmm: già pregusto il seguito di questa gustosa prima parte.

arietta ha detto...

Dopo questo post ti invito (caldamente) a visitare: www.caffegrazie.splinder.com

e poi mi dici....

xdanisx ha detto...

Vuoi umiliare chi ha riciclato AMALIA?

ipsediggy ha detto...

taliavano

allato

assittare

chiàssai

ci portavano


eppoi, plurali e maiuscoglie alla catso..


..med, abbi sogni di correttore di sbozze? 5 euri e mi po' tre i ad operare.



(manciare si sice, colla ci!)

anonimo ha detto...

Mi piace la Mimma. Che sia perchè anche io ho fatto molti caffè? P.S. Non è splendido il mondo?

setteparole ha detto...

Ormai di qua passo poco, ma ho saputo di quest'altro libro e sono venuta a complimentarmi. Un saluto affettuoso e vedrò di leggerti anche io con piacere.

colfavoredellenebbie ha detto...

(pvt)

xdanisx ha detto...

Ho riletto con attenzione.

Molto bene...eppure io da coppia regolare, nacqui, con pessimi risultati.