venerdì 21 dicembre 2007

Niente nebbia in valpadana (ovvero che ci sto a fare in questo non luogo?)


Pioveva. A Palermo, pioveva che se avessi avuto un motoscafo, in aeroporto ci sarei arrivato prima.


Ero pure in ritardo, ieri. Non e’ che la partenza mi entusiasmasse, però se l’azienda ti chiama in sede, un motivo ci dev’essere. Sinceramente, il motivo lo conoscevo (e la conoscenza era causa del mio scarso entusiasmo).


In aeroporto niente da segnalare, anche per il fatto che sono arrivato proprio all’ultimo minuto, e non ho avuto tempo di studiare, come di solito faccio, la interessante fauna aeroportuale.


Mi sono sorpreso quando, alla coincidenza di Roma, non c’era alcuna nuvola in cielo, un tramonto invernale nelle tinte del rosa pallido, infondente un giusto grado di struggimento.


Sull’aereo che ci trasportava da Roma (ah, lo struggente tramonto romano) a Bologna, un assistente di volo ci teneva a fare sapere a tutti i passeggeri che lui appartiene al terzo sesso.


Ondeggiava ancheggiando come se avesse avuto ai piedi vertiginose decolté dal tacco dieci.


Invece indossava i soliti mocassini di servizio, e quando è stato il momento di spingere il carrello con le bibite, si è immerso nel ruolo con una tale affettatezza che mi è venuto di rispondergli, quando mi ha chiesto cosa gradissi da bere, “succo d’arancia, grazie signorina”. Però non l’ho fatto. Magari a lui avrebbe anche fatto piacere, però non mi sembrava il momento adatto per dimostrare al resto della cabina che sono retrogrado e sessista.


In realtà non sono né retrogrado né sessista, almeno credo.


Almeno spero.


A Bologna, ho incontrato una pattuglia di colleghi che erano arrivati da altre destinazioni in orario coincidente. Ho notato che non c’erano decorazioni natalizie, in aeroporto.


L’ho anche detto ad un collega, “non lo sai che a Bologna sono tutti comunisti? Non lo festeggiano il Natale, i comunisti” ha ringhiato lui.


Mii. Vero? Se c’è un bolognese che mi legge, mi risponda, per piacere.


Siccome sulla monovolume che ci trasportava a Modena hanno tutti preso a parlare di fatti inutili di lavoro, ho indossato le cuffie del lettore mp3 e mi sono sparato a discreto volume  un po’ di Snow Patrol, e di Editors. E guardavo, nel buio dal finestrino, la campagna intorno all’autostrada. Niente nebbia, le tradizioni cambiano. Sono sicuro che se l’avessi chiesto al collega di prima “ti sei accorto che non c’è quasi più nebbia in valpadana?” lui mi avrebbe risposto “non lo sai che in valpadana sono tutti comunisti? Se la mangiano la nebbia, i comunisti”. Infatti non gliel’ho chiesto. Credo che gli avrei dato troppa importanza. E poi se batto il piede al tempo di chasing cars non posso fare domande stupide.


Nella tasca di destra un oggetto di forma rettangolare mi premeva un po’ sul fianco.


Era il libro che avevo finito di leggere durante i voli di prima.


E’ il libro di un autore (so che ad e.l.e.n.a. piace) che mi piace, e che ho già qualchevolta citato, e del quale amichevolmente obbligo alla lettura quei turisti (che sono in grado di leggere l’italiano) che frequentano il bed and breakfast gestito dalla med-moglie.


Il titolo del libro è 1982. Mi che fantasia, e che scarso tempismo, dirà subito qualche intellettuale, non lo poteva chiamare 1985 evitando così di anteporsi a quel famoso capolavoro che si chiama 1984? Non lo chiederò all’autore, intanto perché non lo conosco (potrei scrivergli una email, come lui fece scrivendo una lettera ad un altro scrittore terribilmente più famoso di lui e che-miracolo-gli rispose. Però era il 1982, di solito si rispondeva alle lettere).


Per quel miracoloso fenomeno che fa sì che il lettore si identifichi nelle vicende narrate dallo scrittore, e che gli fa dire, minchia sembrano proprio le cose che sono successe a me, anch’io mi sono identificato. E potrei con un ragionevole grado di sicurezza affermare che una delle stupidaggini che lui combinò nel 1982 l’avevo fatta pure io uguale uguale, nello stesso anno.


Arrivato in albergo, che si trova in un non luogo,distante due chilometri e parecchio freddo e puzza di maiale da Modena, mi sono chiesto cosa ci stessi a fare lì io, lavoratore di una razza in via di estinzione ( di questo ne parlerò un’altra volta).


Non mi sono risposto, mica sono un cliente di Marzullo, io.


 


(nel frattempo ho parlato di 1982 memorie di un giovane vecchio di Roberto Alajmo).


 

13 commenti:

anonimo ha detto...

buona notte med


viaggio sempre tra i tuoi viaggi


...ed è sempre un piacere leggerti :)


n

anonimo ha detto...

C'è molta leggenda sulle nebbie padane così come c'è molta leggenda sulla mafia in sicilia. Rido, ma non troppo. Buon Natale Doc e alla prossima.

ranafatata ha detto...

E se, parafrasando Woody Allen, ci lanciassimo in un'argomentazione su "Ombre e comunisti?". Magari immersi (io, almeno) in una piscina termale, in attesa della seduta con lo stregone :-).

matilde61 ha detto...

io non so nulla di nebbie o di lucine natalizie, so che però i comunisti mangiano i bambini e questo ormai nessuno me lo può togliere dalla testa! :-)

madeinfranca ha detto...

[IMMAGINE]


la frase * non è mia…ma sento che si attaglia ad ognuno di voi !

e, comunque, è il mio augurio per questo Natale !


bisousnoëlleux !


*da un bel dono che ho avuto:

”Non ho capito niente”

di Diego De Silva





bigtime ha detto...

C'è, c'è, la nebbia in padania, c'è eccome. Dev'essere scappata perchè arrivavi tu dalla sicilia, per farti sentire più a tuo agio, caro Med... non avvezzo alla nebbia avresti potuto sentirti come un pesce fuor d'acqua :)

Tantissimi auguri, umidi e nebbiosi, dalla tua affezionata lettrice.

[IMMAGINE]

madeinfranca ha detto...

[IMMAGINE]...


(...de rerum locutionis et imaginis!)

giosannino ha detto...

curioso: io scrivo di un non-luogo che si chiama Medicine. Clicco a caso tra i link di e.l.e.n.a. e trovo Medicine-Man che parla di un non-luogo. ora ti leggo pure. ciao

cumino ha detto...

Ciao, il lavoro è una bella-brutta cosa. Io per evitare tutti gli impegni pre-natalizi mi sono ammalata (con dispiacere) però alla fine è stato un sollievo. In prossimità di vacanze tutti accumulano tensioni che amano distribuire con generosità, e io invece, per indole, amo sottrarmi.
Ti auguro buon Natale e in bocca al lupo per lo stomaco-lavoro-intolleranze. Ti leggo sempre con piacere. :) P.S. La Val Padana a volte è anche carina.

matilde61 ha detto...

buon natale med... a te e famiglia... un bacio, grazia

pispa ha detto...

e invece c'è, i primi giorni dell'anno di nebbia sono anche gli ultimi! per fortuna,

buone feste med

occhio ai troppi cannoli :))

Aquisgrana ha detto...

ciao med

:-)

anonimo ha detto...

Affettazione,direi.

Cordialità.