giovedì 22 giugno 2006

il suo volo è in ritardo (non è una novità)


quando inizio a leggere un libro nuovo, generalmente in aeroporto, penso spesso "ma questa frase avrei potuto scriverla io", e mi sorprendo a sorprendermi del pensiero osceno. Volevo spiegare a qualcuno questa mia riflessione, ma nella sala imbarchi, martedi, due gemelli apparentemente teutonici , dalla presumibile età di mesi otto, gattonavano in lungo e in largo assaggiando tutti i materiali a portata di mani e di lingua. Hanno cercato di attirare la mia attenzione con gorgoglianti rumori, ma ho pensato che non valeva la pena parlare loro di letteratura. Forse mi sbagliavo. Dopo un pò la madre, una stangona di circa due metri abbigliata da finta povera, ha sibilato qualcosa in tedesco, ma i due gemelli se ne sono strafregati, continuando a leccare il gustosissimo linoleum della sala partenze numero 3. La madre smisurata allora ha preso a sistemarsi il look finto povero, lasciando che i pargoli continuassero le ispezioni sensoriali delllo spazio circostante. Poi una signora che nel frattempo si era seduta accanto a me mi ha chiesto "non ho mai preso l'aereo, lo dice qualcuno dove dobbiamo scendere? io devo andare a milano da mia figlia". E' stato un momento in cui mi sono sentito molto creativo, ma ho evitato di raccontarle storie di paracadute o parcheggio dell'aereo nel condominio, ho provato a rassicurarla, ma non sono sicuro di esserci riuscito.


c'era un signore grassottello e sudato che andava in giro con due palloncini e la cravatta storta.


c'era una tizia vestita di nero, con una maglietta molto scollata: si poteva chiaramente immaginare lo sciabordio delle sue grandi tette, ora tracimano ora no ora debordano ora no.


c'era un ragazzo tutto tatuato con un'orologio d'oro, finto, che non sapeva leggere.


mi piace leggere libri in cui persone i cui destini sembrano irrimediabilmente divergenti ad un certo punto si incontrano, e si riconoscono, o non si conoscevano ma il caso le mette in contatto e svela i destini precedenti.


c'erano due donne che allattavano, i bambini succhiavano cullati dal rumore degli annunci.


c'erano donne con scarpe spaiate, e di colore diverso, che forse lo avevano fatto apposta.


uno mi ha chiesto do you speak english, gli ho dato le informazioni che gli servivano millantando il mio inglisc scolastico, e poi si è avvicinato un altro che mi ha detto do you speak turkish? penso di averlo guardato come si guarda un alieno perchè si è subito allontanato, brontolando in turkish (almeno credo).


Una volta, molti anni fa, presi l'ultimissimo volo milano-palermo, Inutile dire che era in drammatico ritardo, la carlinga era semivuota, e vennero caricati dei pacchi in cabina.Il volo fu orrendo, pieno di sobbalzi e vuoti d'aria, che resero la notte acida. Arrivati vicino palermo il comandante disse che a causa del forte vento di scirocco avrebbe fatto alcuni tentativi di atterraggio, ma senza sicurezza di successo, casomai, tutti a catania. Una delle hostess si sedette accanto a me, mi disse che era uno dei suoi ultimi servizi in volo. Mentre l'aereo faceva il gatto impazzito, lei mi chiese se potevo tenerle la mano. Anch'io avevo paura, era un periodo instabile dal punto di vista sentimentale, e acconsentii. Mi disse dove sarebbe andata a cenare e in quale albergo avrebbe passato la notte. Allora non apprezzavo adeguatamente le donne più grandi di me, ed ero timido in maniera imbarazzante. così quando l'aero finalmente riuscì a piantare le unghia sulla pista, le lasciai la mano.


credo che se la reincontrassi la riconoscerei.

14 commenti:

stranipensieri ha detto...

mi hai fatto ridere come un cretino nell'open space in ufficio con leccare il gustosissimo linoleum della sala partenze numero 3 ma soprattutto con le ispezioni sensoriali dello spazio circostante

Medicineman ha detto...

stranipensieri: contesto energicamente il detto "risus abundat in ore stultorum". di questi tempi per ridere ci vuole motivo, e coraggio.

rosarioarena ha detto...

la mia ultima disavventura è avvenuta in treno!

direzione venezia-treviglio. scompartimento vuoto.

qualche fermata dopo mestre sale una famiglia alquanto numerosa, con tanto di zie e fratello al seguito e tre bambine insopportabili con la panza di fuori, cresciute tutte a merendine e ovetti kinder.

occupano l'intero scompartimento: la mamma e le zie si piazzano in coda, il marito e il fratello in testa e le tre "mostre" continuano a correre e ad urlare per tutta la carrozza, mentre io e i miei amici cerchiamo di riposare dopo un estenuante weekend di cultura e piacere a venezia.

facciamo gentilmente presente alla simpatica famiglia osbourne che non sono a casa loro e li preghiamo di fare meno baccano...

come se niente fosse continuano a ridere, a correre, a urlarsi contro, a prenderci in giro...

esplodo.

minaccio la strage.

sfodero il mio sguardo iniettato di sangue e cala un silenzio di tomba.

musi lunghi, facce spaventate, ma finalmente i miei timpani si distendono.

...odio l'inciviltà, odio la mancanza di rspetto e la maleducazione...

stazione di brescia, tiro un sospiro di sollievo, adesso siamo davvero soli.


o.t. il tuo blog mi è stato consigliato direttamente dalla mia amica farolit: un motivo in più per esserle grato!

complimenti.

ranafatata ha detto...

Quel tuo volo Milano-Palermo somiglia tanto a uno che ho fatto io, molti anni fa. Un giorno o l'altro mi dirai quanto tempo è passato. Pensa che buffo se fossimo stati a bordo insieme!

SiciliaL ha detto...

è che volare con mani è facile :)


Medicineman ha detto...

siciliaL: facilissimo, come fare il verso dell'elica con le labbra


ranafatata: sei quella hostess in pensione? era, credo, il 1986.


rosarioarena: i mezzi di trasporto, veri luoghi di deportazione di massa, ma fonte di enorme ispirazione, basta mettersi lì a guardare.

utopic ha detto...

a me hai ricordato il primo viaggio per lavoro fatto da un collega insieme a me, oramai avvezzo a volare... Roma-Reggio...

Al terzo tentativo di atterraggio, causa vento, il collega, oramai cianotico, riuscì a sibilare solo "ma è sempre così???", prima di essere dirottato a Catania...

Un bel battesimo, non c'è che dire..!!!

Strepitosa la signora che voleva sapere a che fermata scendere.. ;)))

matilde61 ha detto...

grazie per questa sosta in aeroporto...ciao med...

1sole1luna ha detto...

un aereoporto,una stazione,il dehor di un bar,una coda che interiormente maledici....non importa il luogo, ma la capacità di guardarsi intorno...mille personaggi,mille storie

e.l.e.n.a. ha detto...

ho riso sulla questione della mano.


tanti anni fa mi capitò mentre stavo volando da sola che, pochi attimi prima del decollo un tipo sulla quarantina, terreo e spaventato per davvero, mi chiedesse:

- mi tiene la mano per favore?

ricordo ancora la mia risposta glaciale:

(ma era ovviamente l'imbarazzo per la domanda inaspettata, nonché la timidezza che si sa, si può trasformare in aggressività)

- no, mi scusi, ma io non le faccio queste cose...


avessi potuto sarei scesa dall'aereo dalla vergogna!

cilvia ha detto...

io fra una settimana sarò su quel volo!!!!

però al contrario!!!


e ....i cugini con le barbie!!!!

silvia

Cassandra12 ha detto...

Eh sì.

Basta guardarsi attorno per potere intuire la storia di una folla.

Curioso e pacevole come intervento.

Cassandra12 ha detto...

Eh sì.

Basta guardarsi attorno per potere intuire la storia di una folla.

Curioso e piacevole come commento.

anonimo ha detto...


Che tenera vena malinconica nell'immagine di quella mano di donna consolata, e poi lasciata...le cose non vissute lasciano sempre una profonda traccia in noi...


Un abbraccio.

Dea