venerdì 18 novembre 2005

la seconda notte di nozze



La seconda notte di nozze è uno di quei film che apparentemente non hanno trama, hanno una storia debole, ma divertono lo spettatore.
Sono una serie di scene abbastanza brevi  in cui la particolare abilità degli attori chiamati da Pupi Avati a interpretare personaggi strani nella normalità fa si che tutto sembri straordinario.
La trama si dipana in una Italia appena uscita dalla seconda guerra mondiale, in cui tutto è precario o manca .
Katia Ricciarelli impersona perfettamente una vedova bolognese , Liliana, tendenzialmente zoccola, che è ospitata insieme al figlio Nino, Neri Marcorè, dalla olimpica faccia tosta,
in una chiesa che accoglie un certo numero di sfollati e di gente che dopo la guerra ha perso tutto.
Lei per procurarsi da mangiare soggiace alle lubriche voglie di un cameriere di ristorante, che la rifocilla in cambio di prestazioni sessuali.
Il figlio è un buono a nulla, con una particolare inclinazione al furto ed alla truffa, e con la capacità di tenersi un lavoro, per quanto precario, per non più di tre giorni, giusto il tempo che i datori scoprano di che stoffa è il giovanotto.
In una allucinata Puglia vive invece il cognato della vedova, Giordano, interpretato da Antonio Albanese, che viene gestito dalle vecchie zie nella grande casa patriarcale, ormai deserta, e che si occupa di disinnescare mine e fare brillare ordigni inesplosi che riemergono copiosamente tra aratri e reti da pesca.
Giordano è stato rinchiuso in manicomio alcune volte, e svolge il mestiere di artificiere perché ritiene che la propria vita sia priva di valore in quanto malato di mente, e questo crede anche la gente che lo circonda.
Accade che la vedova, sull’orlo della disperazione, scriva una lettera al cognato in Puglia, cosa che fa per cercare di risvegliare in lui una certa passione morbosa coltivata durante le vacanze pugliesi con la di lei famiglia. Durante una di queste vacanze la ragazza si fece ingravidare dal fratello di Giordano, e costretta a maritarselo, con l’aggravio dell’ostracismo perenne della famiglia di lui,
Giordano riceve la missiva e risponde a Liliana, invitandola a venire in Puglia: il nipote Nino ruba una macchina e inizia un periglioso viaggio attraverso l’Italia appena liberata per andare insieme alla madre a conoscere lo zio e riempirsi pancia e tasche. Ma avevo detto che il film è senza trama, e invece ve la sto raccontando? Allora smetto, che vi tolgo il piacere: inutile sprecare aggettivi (che io sono uno che ci spara, agli aggettivi), andatevelo a vedere, che ne vale la pena. Un film indovinato, dosato bene in tutto e che rende tutti i soldi del biglietto che costa.
Ah il titolo si riferisce al fatto che Liliana è vedova ed ha avuto la sua prima notte.

1 commento:

anonimo ha detto...

ti devo dire che mi è piaciuto il fim: soave leggero nn scontato e albanese mi ha commossa. beh date ad avati una nota ed egli ne farà concerto. saluti! la regina pigra