sabato 16 gennaio 2010

stipendio probabile garantito

 
Carico, carico, cazzo se era carico. E il messaggio era chiaro, anzi chiarissimo.

Vuoi il lavoro? Devi eliminare fisicamente quello che per ora occupa il tuo posto, recitava il bando. Fisicamente, con tutti i mezzi. Possibilmente senza spargimento di sangue, che non si sa mai, con tutti i virus che circolano, basta sbatterlo via dal modulo di produzione, e infilarlo nel recinto dei perdenti.



Qualcuno aveva guardato il vicino di seggiola, mentre il Collocatore spiegava come prendere parte al concorso, cinquanta maledetti posti a stipendio probabile garantito, al Ministero delle Nuove Opportunità.



Non ci aveva dormito, la notte prima. Anche perchè suo padre, il vecchio maledetto, si agitava nel letto, poi si era alzato cinque o sei volte, dannato prostatico, per andare a pisciare, tirando lo sciacquone.



Cazzo, avercelo un lavoro, avrebbe potuto andare a vivere nella residenza cubicolare che il Ministero offriva a tutti i nuovi dipendenti. Una casa propria, anche se cubicolare.



Gliel'avrebbe fatta vedere lui, al concorso, come avrebbe strappato uno di quelli abbarbicati alla scrivania da troppo tempo, gente inutile, improduttiva. Era ora di dare spazio ai giovani, a gente come lui che aveva morso il freno troppo a lungo. Cazzo, se lo sarebbe preso, questo lavoro, a tutti i costi.



Non aveva dormito, la sera prima. Lo aveva saputo alle sette di sera, con l'ultima mail circolare sonora, domani verranno messi a concorso cinquanta posti in questo Ministero, urlava la mail, sono coinvolti gli impiegati del quattordicesimo piano, sezione quinta. La mia, aveva pensato l'uomo. La mia, cazzo, proprio ora che mi mancano solo due anni alla pensione, e mio figlio ancora non ha un lavoro. Passa il tempo a fumare, sul letto, invece di andare in giro e vedere di sbattere quel culo grasso e rimediare qualche soldo. Invece niente, mangiare, dormire, oziare, cagare, bestemmiare e chiedere denaro. Testa di cazzo, e se perdo il lavoro, come faremo?



Alle sette il piazzale davanti al Ministero delle Nuove Opportunità era pieno di gente, alcuni mostravano i muscoli, altri scatenavano scaramucce e risse localizzate, altri ancora fissavano un punto nel vuoto in silenzio, bestemmiando mentalmente ed attendendo che i funzionari del Collocatore aprissero le porte, e poi via, su per le scale, fino al quattordicesimo piano, sezione quinta, a cancellare dal libro paga del Ministero cinquanta parassiti improduttivi, e poter sperare in una retribuzione ed in un alloggio.



La sirena diede il via con un urlo rauco, una massa imbufalita si lanciò verso le scale (gli ascensori erano stati sigillati). Qualcuno fu calpestato, altri non riuscirono ad infilarsi nel flusso tumultuoso di quelli che erano riusciti ad arrivare alle scale, altri ancora si massacrarono di botte, dopo meno di un minuto le porte metalliche del Ministero vennero richiuse; alcune gambe e braccia restarono impigliate, i funzionari del Collocatore scesero nel piazzale dagli elicotteri, e a colpi di manganello elettrico fecero allontanare tutti quelli che non erano riusciti ad entrare nel palazzo del Ministero.

Al quattordicesimo piano, sezione quinta, gli impegati si preparavano alla resistenza. Molti di loro avevano conquistato il lavoro allo stesso modo, alcuni anni prima, e si ricordavano bene di come avevano strappato via dalle postazioni i vecchi parassiti che le occupavano.

Il rumore proveniente dalle scale si fece intenso, un rombo, poi una vibrazione sismica scossero l'ufficio, un'orda di barbari feroci invase l'open space, alcuni puntarono alle postazioni lavoro più vicine, altri si lanciarono in direzione di quelle più distanti dall'ingresso, sperando di incontrare minor resistenza.



Cazzo, ora ne acchiappo uno e lo sbatto fuori, e poi l'impiego sarà mio, pensava mentre correva verso una scrivania defilata.



Si trovarono faccia a faccia, si riconobbero. Il figlio esitò per un centesimo di secondo, il padre approfittò per spazzargli via le gambe con un calcio, poi lo legò col nastro adesivo e lo trascinò fino al recinto dei perdenti.

Testa di cazzo, disse tra i denti, non sei capace neanche di prendertelo, un lavoro.



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leggetene altri, al gioco di zop



7 commenti:

ranafatata ha detto...

Fulminati pure questi?

xdanisx ha detto...

Bello e triste.
Tanto bello quanto triste e quindi ancora più bello.
Un saluto, Med.
s.

Medicineman ha detto...

 #ranafatata: fulinatissimi, praticamente fusi.
+xdanisx: è fantascienza, non può essere triste, terrorizzante, si.

sherazade2005 ha detto...

Mors tua...
la fantascienza era ieri.

sheraz

matilde61 ha detto...

i padri che si sono presi tutto e che non mollano, .. reale no?  ciao ciao

e.l.e.n.a. ha detto...

che poi, nell'ultima frase, al posto di "testa di cazzo" avresti potuto scrivere"bamboccione" ...

xdanisx ha detto...

Mi piacciono le cose tristi...sto invecchiando male!
ciao.
saby