giovedì 14 gennaio 2010

Il ritardo, Rosbree, i picciriddi con la valigia e la vittima professionista





picciriddi abbaliggiati







































































































(foto di Medicineman)







 Così, neanche il tempo di riprendermi dalle vacanze, oggi mi sono ritrovato di nuovo in aeroporto. Mentre aspettavo (e poi avrei aspettato veramente tanto) che chiamassero l'imbarco del volo, ho visto passare molte persone che conosco. Alcune di loro si sono anche fermate a salutarmi, altri mi guardavano facendo un cenno con la testa, come a dire che stavano penosamente trascinandosi fino all'imbarco in colpevole ritardo, e che non potevano assolutamente sostare e scambiare qualche parola con me. Che in linea di massima, preferisco starmene seduto, evitando di stressarmi a guardare di continuo il tabellone con gli orari, e magari leggere un  libro con gli auricolari indosso.



Una specie di camuffamento che però identifichi bene che razza di persona sgradevole che sono. Uno che non vuole dare troppa confidenza al prossimo. Nel frattempo che leggevo (l'ipod non me lo sono portato stavolta, ho dimenticato di metterlo in carica ierisera), ho visto passare la coppia comica ( Ficarra&Picone, poverini, visti così in aeroporto non sembrano effettivamente comici ), sarà la terza volta che li incontro quest'anno. Alla prossima li saluto, vediamo che effetto farà. Seduti ad un paio di posti dal mio, in attesa dello stesso volo, c'erano un ragazzo ed una ragazza, diretti al Nord, al rientro alle loro cattedre di insegnante dopo la pausa estiva. Lei ad un certo punto ha ricevuto un sms, dopodichè ha cominciato a piagnucolare, versandosi addosso il miele appiccicoso della vittima di professione. Povera, misera, unica disgraziata costretta a recarsi fin nella lontana Verona per il suo incarico annuale di insegnante. Ha passato il limite delle lamentele, e così mi sono spostato di sedia.

Ho ripreso a leggere, ad un certo punto ho alzato gli occhi ed una magnifica ragazza, piena di salute e ottimismo, mi ha salutato con un cordialissimo ciao. Avrà subito capito che, visto che ormai tendo alla demenza senile, non l'avevo riconosciuta e mi ha detto, passando oltre “sono Rosbree, ti ricordi, ci conosciamo dallo spinning”. Che mi sono sentito moderatamente deficiente, oltretutto è la seconda volta che la incontro in aeroporto. E' che magari se la vedessi abbigliata da bicicletta la riconoscerei subito, invece con la divisa seria, blu e bianca, di addetta al banco dell'aeroporto, proprio non mi riesce di focalizzare. Peccato, prometto però di stare più attento. E' anche possibile che la prossima volta Rosbree non mi saluti per niente, ma non si sa mai.



E comunque, la divisa le sta benissimo. 



Mentre aspettavo, e le pagine del libro di Murakami Haruki scorrevano una dopo l'altra, anche perchè come al solito eventi imprevedibili come l'atterraggio di un ufo all'areoporto di Palermo ritardavano l'arrivo dell'aeromobile, mi sono passati davanti alcuni picciriddi viaggiatori, con la loro microvaligia d'ordinanza. Certo, ho pensato, è un buon imprinting, e da grandi non dovranno lamentarsi, come faccio io, di dovere portare un bagaglio quando si parte. Oppure, ho pensato pure, chissà quanto hanno rotto le balle ai genitori, avendoli visti con il trolley d'ordinanza, per essere dotati pure loro, a mò di giocattolo, di un baby-trolley. Chissà.

Intanto, ho sottolineato alcune frasi del libro, che non è un romanzo o una raccolta di racconti, come solitamente scrive Haruki, ma un saggio. La corsa a piedi come metafora della scrittura. Ci sono alcuni passaggi su cui riflettere, ed altre faccende che mi hanno fatto sentire vicino allo scrittore, nel senso di somigliante, anche se lui è giapponese. Onestamente, somiglio più ad un gorilla che ad un giapponese, per giunta maratoneta cronico, ma non si sa mai.










 

4 commenti:

valelibera ha detto...

bellissimi i picciriddi con il trolley :)
ps io sono terrorizzata quando guardo i bambini figuriamoci fotografarli come hai fatto tu. non sai quanto possano essere paranoici i genitori..

Medicineman ha detto...

 #valelibera: infatti sono irriconoscibili, credo.

xdanisx ha detto...

Quando sono volata in India i picciriddi non avevano trolley personali...Sono bimbi svegli.

Terribili quelli rosa con Hello Kitty...

Menomale che ho tre pronipotini maschi.
Ti abbraccio.
s.

amoilmare ha detto...

sono delle deliziose cronache metropolitane le tue, caro dottore.... una fermata qui vale sempre la pena, per riflettere e sorridere anche un pò ;)
besos!