mercoledì 25 aprile 2012

To Rome with love: Woody, sei un grande figlio di.

Ierisera, all'improvviso, ci siamo detti: " andiamo a vedere il film di Woody Allen". Ok, ho pensato, almeno ne potrò parlare pure io, dopo le stupide recensioni che ho letto in giro. Potrei risparmiarmi tutti i giri di parole che scriverò dopo, e dire "andate a vederlo". E questo basterebbe. Ma partiamo dall'inizio. Woody Allen è un "grande fijo de nà mignotta" come si dice a Roma, città verso la quale inequivocabilmente nutre un grande amore. Sì, perchè si è preso in giro e ci ha preso in giro, noi "italians", su tutte le nevrosi, le vaghezze, il vuoto di ideali e di concretezza dei media e degli uomini e donne italiani. La storia (che è un intreccio di diverse storie) parte lenta, poi prosegue lumacheggiando sulle pietre dei Fori Imperiali e sulle facce degli interpreti, fino ad arrivare al momento in cui la matassa è una supernova impazzita, e lo spettatore capisce tutto, capisce non solo cosa è successo e come andranno a finire i singoli racconti del film, ma capisce pure che Woody Allen ci conosce bene, noi "italians". Bello, bello, non racconto niente per non togliervi il gusto. Nel cast, pieno di italiani che fanno perfettamente il loro mestiere di "italians" ( ci trovi uno Scamarcio che non ti aspetti, topo d'albergo che parla pugliese, un Antonio Albanese che fa l'attore egocentrico e vigliacco, il "mio" Ninni Bruschetta e così via) spicca anche una spettacolare Penelope Cruz che impersona nella maniera più efficace possibile la escort da jet-set. Esilarante il cocktail in cui lei incontra tutti i clienti della sua settimana lavorativa, che la adorano e le dicono pure "sono con mia moglie". E i parenti invadenti, i talenti nascosti, i narcisi, i self made men, e la televisione, invisibile ma presente con cronista microfonato nel bagno di uno che (Roberto Benigni) è stato investito casualmente dai wharoliani 15 minuti di celebrità. Grazie Woody (lui interpreta un fobico impresario musicale con moglie psichiatra al seguito) e speriamo che la Musa del Cinema ti ispiri e ti mantenga in buona salute per lungo tempo ancora, noi poveri spettatori oppressi dai mercati e dal pessimismo finanziario ne abbiamo bisogno.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ah, che bel respiro che mi hai fatto prendere. di sollievo:)

RP