Piccola ma efficace recensione del libro condominiale, uscita domenica 11 aprile su "la repubblica" edizione di Palermo. (eppoi, incredibile, per la seconda settimana consecutiva stiamo nella top five).
L'ha scritta Antonio Calabrò, uno che ha fatto recentemente i conti col proprio passato nel libro "cuore di cactus", lettura adatta ai siciliani, a quelli che si sentono siciliani ma non capiscono perchè, a quelli che siciliani non sono ma vogliono provare a capirci qualchecosa, di questo popolo strano, dalla spiccata tendenza all'autodistruzione.
non si legge niente, non c'è bisogno che me lo dite, per cui riporto il testo qui di seguito.
"Antonio Calabrò, quando niente vuol dire tutto"
Niente accade. Niente. E per darne testimonianza, Elio Carreca, Sandro La Rosa e Antonio Musotto scrivono 244 pagine di storie in Sicilia, per l'editore Qanat, che fa benissimo a pubblicarle-dice Antonio Calabrò-Tante parole per "niente". Già. Perchè, a dispetto del titolo (i siciliani si divertono a stupire, con le contraddizioni), quel "niente" è fitto di gesti, emozioni, rabbia, rimpianti, cibo, assessori, burocrati, letterati, parroci, buttane, giornalisti e di tutto il resto dell'umanità irrequieta che popola l'Isola amata e detestata. Niente da fare, molto da scrivere,
Meglio che limitarsi a mugugnare.
(Adriana Falsone)
1 commento:
Vabbè ora capisco perchè non ti fai più vedre in giro...siamo (sono) veri dilettanti noi!
sheramolticomplimenticoninchino
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