Vabene, si fa tutto di corsa, una riunione che qualche anno fa sarebbe stata ordinatamente sciorinata su tre giorni, con un paio di pernottamenti nel solito business hotel, è stata accartocciata in un tempo compresso pneumaticamente in 30 ore, cena e dormita comprese.
E poi, parlando con i colleghi, ci siamo accorti che stiamo invecchiando, nulla di strano, se non fosse che in qualcuno e in qualcun'altra lo stress per il nostro lavoro, più usurante di quel che si creda, ha provocato patologie che magari potevano aspettare ancora una decina d’anni per manifestarsi.
“Come va, come stai?” chiede sorridente l’amministratore delegato, “bene, bene e tu?” è l’unica risposta che ha un senso dare, ci vorrebbe troppo tempo ed una serie articolata di perifrasi per giustificare un’altra risposta, e allora tutto bene, e via a salutare un altro.
E Roma? L’abbiamo vista, come sempre, dai finestrini frettolosi del taxi, le idee deboli sui programmi fatti alla vigilia si sono quietamente rintanate nel limbo dei desideri da rimandare ad una prossima volta.
Già, lo faremo la prossima volta, la prossima volta avrò più tempo per te, certo ci sarà sicuramente una prossima volta. Certo, forse.
Ho scritto frasi sulla pagina tre del libro con la copertina verde acido che è stato tirato fuori dalla borsa, dalla valigetta, dalla tasca del giaccone. Anche in questo caso, il tempo è stato marginale, peccato, valeva sicuramente la pena di spenderne di più, soprattutto per chi è venuto apposta per quello.
La prossima volta, sicuramente, speriamo.
In aeroporto ho trovato un posto vicino al gate, una ragazza dai capelli rossi leggeva un libro che forse nessuno avrebbe comprato se da questo libro non fosse stato girato un film che forse non valeva neanche la pena girare, ho notato che la ragazza dai capelli rossi aveva le gambe piene di lividi, magari avrà avuto un fratellino difficile, o qualcuno non aveva tempo di spiegarle le cose diversamente, e gli stinchi si sono riempiti di medaglie violacee.
Mentre aspettavo che chiamassero il volo, ho cominciato a leggere un libro di racconti scritto da uno che, come me, è nato nel 1960, ma che scrive molto meglio di me, e vive in una stazione ferroviaria abbandonata in un posto sicuramente solitario, non so se sia un vantaggio avere successo e poi rintanarsi lontano dal mondo, forse sì.
13 commenti:
...associazioni ai margini del tempo
n
I colpevoli, vogliamo nomi e cognomi (e titoli di libri e film) di tutti i colpevoli...
ps: Al "Come stai"? - si risponde sempre "Bene, grazie" o peggio, "MOLTO bene, grazie":)***
Quando, nella vita, mi è capitato di dover rallentare la mia velocità di crociera, sono stata colta da un iniziale smarrimento e poi da un senso di novità...riuscivo a vedere e ad assaporare molte piccole cose..in Oriente hanno imparato bene questa lezione.
Ad ogni modo, anche da un fugace incontro scaturiscono belle emozioni.. :)
La prossima volta, sicuramente.
Un abbraccio.
Lieta di ritrovarti, ma ti "sento" un po'...stressato. Rallenta la corsa!
Ciao a presto e, buona serata. Ilia
Già, la prossima volta... è sempre la prossima volta... ma quanto si sbaglia a rimandare sempre alla prossima volta.... perchè la prossima volta non sarà più la stessa cosa... e poi non è detto che ci sarà, una prossima volta...
da quanto che non passavo
>>libro con la copertina verde acido
ma sono vietati!
...forse rintanarsi serve a proteggersi da tutto ciò che ci "soffoca" dentro...
Blue
I viaggi di lavoro sono sempre uno stress allucinante.
io anche ogni tanto ho dei lividi sulle gambe, ma perchè certi spigoli mi vengono sempre incontro! nemmeno avessi 10 anni mannaggia, cmq bel post, carino carino
cmq questo avatar ti invecchia
Se ritirarsi lontano dal mondo sia un vantaggio o meno non lo so. Di certo è un privilegio. In questo momento, almeno, la vedo così.
..speriamo la prossima volta..i tuoi tempi come i miei sono stati strettissimi..continuo a leggere il tuo libro in attesa del tuo autografo...bacetti
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